Quattro posizioni perse dallo scorso anno e 79° posto su 107 province. Questo il quadro che emerge dalla nuova indagine sulla qualità della vita 2025 elaborata da ItaliaOggi e Ital Communications, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma.
Milano conquista nuovamente il primo posto con ottimi risultati nelle sezioni servizi, reddito, gestione delle infrastrutture, vitalità del tessuto produttivo. Seguono in testa alla classifica Bolzano, Bologna, Firenze e Monza e della Brianza. Il capoluogo lombardo, tuttavia, è risultato ultimo in graduatoria alla voce reati e sicurezza.
Rispetto alla classifica dello scorso anno, per Milano e Bolzano si tratta di una conferma, mentre migliora Bologna che sale di una posizione. Due passi indietro, invece, per Monza e della Brianza, mentre si segnala un significativo avanzamento in graduatoria di Rimini e Ascoli Piceno, rispettivamente al 12esimo e 15esimo posto, con oltre venti posizioni guadagnate rispetto al 2024.
Ancora in fondo alla classifica Caltanissetta (107esima), preceduta da Crotone (106esima), che scende di cinque posizioni in un anno e Reggio Calabria (105esima), che invece conquista un posto. Da rilevare, in negativo, Foggia, che passa dalla 93esima alla 104esima posizione in classifica, Pordenone dalla nona alla 23esima e Gorizia dalla 26esima alla 52esima.
Lo studio si articola in nove dimensioni d’analisi: affari e lavoro, ambiente, istruzione e formazione, popolazione, reati e sicurezza, reddito e ricchezza, sicurezza sociale, sistema salute, turismo intrattenimento e cultura. Parametri che hanno permesso di indagare in maniera approfondita i molteplici aspetti relativi alla qualità della vita a livello locale. Le 107 province italiane sono state classificate in cinque cluster (Mediterraneo, Francigena, Adriatico, Padania, Metropoli), ottenendo così una fotografia più dettagliata delle specificità territoriali. La qualità della vita nel 2025 è risultata buona o accettabile in 60 province su 107. Si tratta di un valore inferiore a quello registrato negli ultimi anni e quindi indicativo di un peggioramento.
Sul primo punto, affari e lavoro, Campobasso si classifica al 77° posto, perdendo cinque posizioni rispetto al 2024. Il mercato occupazionale e la dinamicità delle imprese restano tra i punti deboli della città. Bolzano si classifica al primo posto come nelle tre passate edizioni, seguita da Firenze che scala ben 16 posizioni. A seguire Prato, Padova e Trento. In coda alla classifica le province dell’Italia meridionale e insulare Agrigento, Siracusa e Napoli.
Lieve miglioramento (87° posto rispetto al 91° nel 2024) per quel che concerne l’ambiente. Il territorio resta però nella fascia bassa della classifica. La dimensione dell’ambiente è articolata in due sottodimensioni, quella negativamente associata alla qualità della vita comprende indicatori di impatto ambientale, mentre nella sottodimensione positiva figurano anche variabili il cui andamento può essere messo in relazione con le azioni degli amministratori locali. Bolzano in vetta, seguita da Bologna, Bergamo e Reggio Emilia. Nelle 19 posizioni di testa figurano sei province del Nord-Ovest; 12 province del Nord-Est e Macerata in rappresentanza dell’Italia centrale. In coda si confermano anche per il 2025 Palermo e Catania.
Uno dei pochi punti di forza del territorio è quello relativo a reati e sicurezza (8° posto), seppur in lieve calo rispetto al 4° posto dello scorso anno. Ascoli Piceno apre la classifica, scalando dieci posizioni rispetto al 2024. Seguono nell’ordine Oristano, Potenza, Matera e Treviso. In coda troviamo Roma, Trieste, Firenze e, ultima, Milano.
Campobasso peggiora di due posizioni nella sezione sicurezza sociale (78° posto). Incidono nuovi indicatori come Neet (percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non sono impegnati né in percorsi di istruzione o formazione, né nel mondo del lavoro), mortalità da alcol e stupefacenti, incidenti stradali e affollamento carcerario. La provincia che quest’anno apre la classifica è Ascoli Piceno, seguita da Lodi, Prato, Siena e Ragusa, mentre chiude quella del Sud Sardegna.
Il capoluogo di regione perde sei posizioni rispetto allo scorso anno e si posiziona al 52° posto in istruzione e formazione. Gli indicatori presi in considerazione sono tasso di partecipazione alla scuola dell’infanzia, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 39 anni con laurea o altri titoli, percentuale di persone di età compresa tra 25 e 64 anni coinvolte in attività di formazione permanente e la percentuale di studenti in possesso di adeguate competenze numeriche e alfabetiche. Apre la classifica Bologna, confermando il piazzamento delle passate due edizioni dell’indagine. A seguire Milano, due province del Nord-Est, Udine e Trieste, e Ascoli Piceno in rappresentanza dell’Italia centrale. Chiudono Caltanissetta e, ultima, ancora una volta, Crotone.
Tra i peggiori passi indietro quelli fatti nel settore della popolazione (88° posto). Incidono calo demografico, pochi figli per donna e variabili sulla struttura sociale. Bolzano si conferma al primo posto, risultato che si ripete da undici anni a questa parte. A seguire si classificano Trento, Brescia, Monza e della Brianza e Milano. In ultima posizione Sud Sardegna e Oristano.
Il sistema salute resta uno dei migliori dati per Campobasso (22°), nonostante il calo di quattro posizioni rispetto al 2024. A partire dal 2025, accanto alle sottodimensioni dei posti letto in reparti specialistici e della dotazione di grandi apparecchiature diagnostiche, è stata inserita la sottodimensione degli indicatori di attività ospedaliera, che tenta di catturare l’impatto della mobilità ospedaliera extraregionale sul sistema ospedaliero provinciale e la sua attrattività. Ancona apre la classifica, migliorando il terzo posto già conseguito lo scorso anno, seguita da Catanzaro, Siena, Pisa e Verona. Chiude la classifica la provincia del Sud Sardegna, che peggiora di una posizione.
Campobasso si trova in fondo alla classifica (91° posto) nel dato relativo a turismo, intrattenimento e cultura, con il gap dalle province più attrattive che rimane ampio. Apre la classifica Bolzano, seguita da Trieste, Rimini, Roma e Livorno. Nel gruppo di testa Milano, Imperia, Verona, Venezia, Gorizia, Ravenna e Forlì-Cesena, Firenze, Grosseto, Lucca. Chiude la classifica Enna.
Infine 80° posto per quanto riguarda reddito e ricchezza, con il capoluogo che scende di sei posizioni rispetto allo scorso anno. Milano apre la classifica confermando i risultati ottenuti nelle cinque passate edizioni. A seguire nel gruppo di testa troviamo Bolzano, Firenze, Monza e della Brianza e Bologna. Chiude la classifica, come nelle sei passate edizioni, la provincia di Crotone.
L’indagine conferma anche per il 2025 la frattura esistente tra il Centro-Nord e l’Italia meridionale e insulare. Nelle regioni del Mezzogiorno, inoltre, restano significative aree di disagio sociale e personale. La qualità della vita nelle province del Nord-Ovest risulta in leggero arretramento (19 province su 25 sono nei due gruppi di testa con qualità buona e accettabile, due in meno rispetto alla passata edizione). Una situazione opposta caratterizza il Nord-Est, mentre nell’Italia centrale si registra un lieve miglioramento. Per le province dell’Italia meridionale e insulare, soltanto L’Aquila si classifica nel gruppo 2 (qualità della vita accettabile), contro le due (Pescara e Teramo) censite lo scorso anno.

























