Una città più pulita, un sistema di raccolta dei rifiuti più efficiente e una programmazione chiara sul futuro del riciclo. Sono queste le richieste avanzate da Cantiere Civico, Confederazione Civica e un gruppo di cittadini volontari nel corso della conferenza tenutasi ieri nella sede di Piazza Pepe. Al centro dell’incontro, i risultati della raccolta firme avviata a giugno e proseguita fino a poche settimane fa: oltre mille adesioni che saranno presto portate all’attenzione del Consiglio comunale.
A introdurre i temi è stata l’attivista Marina Manna, che ha ricordato come anni fa un cittadino avesse denunciato per iscritto il problema del degrado sotto l’amministrazione Di Fabio. «Da allora la situazione è peggiorata – ha spiegato -. Qui in sede abbiamo raccolto tantissime lamentele: la più frequente riguarda lo stato della città, sporca e trascurata. La differenziata non è organizzata nel migliore dei modi».
Nel mirino soprattutto la zona dei mastelli: rastrelliere considerate «brutte e d’intralcio», contenitori che spesso restano in strada «ingombranti e antigienici». Un sistema giudicato fallimentare: «Ogni volta che conferiamo l’organico – ha detto Manna – offriamo letteralmente un pasto ai cinghiali. Così non si risolve il problema».
La richiesta dei volontari non si limita alla modifica dell’attuale sistema. «Abbiamo ridotto il dibattito a come raccogliamo i rifiuti – ha affermato Manna – ma il tema è più ampio: perché lo facciamo? Dobbiamo recuperare materiali, ridurre l’impatto sul territorio e sapere cosa accade nella fase successiva. Il riciclo funziona? La Sea ha un piano industriale chiaro? Con un corretto post-raccolta potremmo generare profitti da reinvestire sulla città, fino ad alleggerire la Tari».
Per farlo, però, serve programmazione: «Collaborazione sì, ma con sistemi che non ostacolino la vita quotidiana. Oggi si naviga a vista».
I promotori spiegano che proprio la mancanza di una linea tecnica e politica chiara è tra le ragioni che hanno portato alcuni di loro all’uscita dalla maggioranza.
A prendere la parola anche Stefano Spallone, che ha raccolto personalmente centinaia di segnalazioni dai cittadini: «Almeno 500 criticità sono state trasmesse all’amministrazione, ma senza ricevere ascolto. Campobasso ha perso cinque posizioni negli indicatori sulla qualità della vita: la città è sporca e, in alcuni punti, invivibile».
Spallone ha evidenziato come spesso si attribuisca tutto all’inciviltà dei cittadini: «Esiste, certo, ma non si può ignorare chi prova a segnalare. Molti lasciano i rifiuti davanti all’isola ecologica chiusa: basterebbe aprire anche il sabato per venire incontro a chi lavora tutta la settimana».
Dubbi anche sulla gestione dei mastelli: «Volevamo il decoro o la differenziata? I contenitori si rompono, le buste esplodono non solo per inciviltà ma perché i mastelli sono troppo piccoli. La soluzione? Dare maggiore ascolto ai cittadini».
Non solo centro città: secondo i volontari, anche le contrade soffrono l’assenza di risposte da parte del Comune. «Anche lì le problematiche sono tantissime – ha aggiunto Manna – ma nel centro storico c’è degrado anche dal punto di vista della sicurezza. Lì il porta a porta funzionerebbe davvero, con conferimenti direttamente nelle abitazioni singole».
Criticità anche per la raccolta degli sfalci, limitata alla sola stagione estiva: «Dovrebbe essere effettuata tutto l’anno».
Il fronte civico sottolinea che l’obiettivo non è solo eliminare i mastelli, ma definire una strategia di medio e lungo periodo: «Tracciamo una rotta – ha detto Manna – ma servono un equipaggio competente e un capitano capace».
La raccolta firme, condotta in sede, in piazza e tramite piattaforma online, ha l’obiettivo di riportare il tema al centro delle decisioni pubbliche: «Abbiamo già provato le vie istituzionali senza risultati. Ora lo faremo con il sostegno di oltre mille cittadini e attraverso i nostri esponenti comunali che presenteranno una mozione in Consiglio».
Il giudizio sulle prime risposte arrivate dall’amministrazione resta sospeso: «Ci fa piacere che altri esponenti si stiano muovendo, anche se per ora solo a parole. Ma il punto di raccolta sperimentale non è la soluzione giusta per andare incontro alle esigenze della città. Servirebbe più ascolto e una migliore programmazione». sl
























