Si è svolto ieri mattina, nella Sala consiliare di Palazzo San Giorgio, l’incontro promosso dall’Amministrazione comunale di Campobasso per riportare al centro dell’attenzione pubblica quello che da anni è diventato il simbolo dell’isolamento del capoluogo: l’assenza del collegamento ferroviario. Da oltre cinque anni, infatti, Campobasso è l’unica città capoluogo d’Italia a non essere servita da un treno diretto. Una condizione che pesa sulla vita quotidiana di cittadini, pendolari, studenti e imprese, e che frena lo sviluppo economico dell’intero territorio.
Alla riunione, aperta alla stampa e alla cittadinanza, hanno preso parte la sindaca Marialuisa Forte, gli assessori Adele Fraracci, Pina Panichella e Lello Bucci, il consigliere Antonio Madonna, la consigliera regionale del Pd Alessandra Salvatore, il presidente del Consiglio comunale Giovanni Varra, oltre ai rappresentanti delle principali associazioni dei consumatori: Confconsumatori, Cittadinanzattiva, Adiconsum, Adoc, Movimento Consumatori, insieme al comitato dei pendolari del Presidio “Per non morire”.
Ad aprire il confronto, la sindaca Forte ha ricordato come la mancanza del treno sia «uno dei problemi più grandi della città e dell’intera regione». «Campobasso è un capoluogo e deve tornare ad essere un punto di riferimento – ha detto -. Non avere un collegamento ferroviario significa perdere opportunità, flussi turistici, accessibilità». La prima cittadina ha citato anche l’esperienza del recente Festival della Filosofia, che ha attirato ospiti da tutta Italia nonostante le difficoltà di raggiungere la città: «Il professor Claudio Strinati ha mostrato la bellezza del nostro centro storico, sottolineando però come Campobasso resti fuori dai circuiti nazionali. Dobbiamo far sentire la nostra voce, dentro e fuori regione». La sindaca ha annunciato la volontà di un confronto diretto ai vertici di Trenitalia e Ferrovie dello Stato.
Il presidente molisano del Movimento Consumatori, Filippo Poleggi, tra i principali promotori della riunione di ieri, ha definito l’incontro «un segnale forte» e ha invocato il rispetto degli impegni relativi alla riapertura della tratta fino a Bojano: «Non risolverà il problema del capoluogo, ma allevierà i disagi». Poleggi ha criticato duramente Ferrovie dello Stato per i ritardi accumulati e per le giustificazioni legate al Covid e alle difficoltà dell’elettrificazione: «Non possiamo accettare spiegazioni che mostrano superficialità nelle indagini e nella progettazione».
Ha poi richiamato la necessità di una visione più ampia: collegamenti verso l’interno, ripristino delle tratte Campobasso-Termoli, integrazione con l’alta velocità e una strategia che guardi allo sviluppo del Molise: «Il futuro ormai passa dalla ferrovia, non dai progetti di autostrade che non possono essere realizzate».
Molti interventi hanno posto l’accento sul diritto alla mobilità. Giovanna Testa (Adiconsum) ha definito l’isolamento del Molise «anacronistico nel 2025», con ripercussioni su lavoro, sanità, istruzione e sulla competitività dell’università. Il trasporto su gomma, ha detto, «non riesce a soddisfare la domanda e spesso non intercetta i bisogni reali dei viaggiatori».
L’avvocato Nicola Criscuoli (Adoc) ha ricordato l’assenza di dialogo con Trenitalia negli ultimi anni, segnalando problemi gravi come la mancanza di servizi igienici sugli autobus sostitutivi. Ha illustrato le proposte avanzate al Ministero delle Infrastrutture: collegare Campobasso a Benevento e Isernia ad Afragola per intercettare la rete AV, oltre al rilancio della direttrice verso Pescara. «Solo così – ha detto – il Molise potrà uscire davvero dall’isolamento».
Per Jula Papa (Cittadinanzattiva) la priorità è garantire quantomeno servizi minimi adeguati nei cambi intermodali: «È impensabile che gli autobus non abbiano la capienza necessaria per i passeggeri di un treno».
Molto duro l’intervento di Nicola Frenza del Presidio “Per non morire”, che ha definito l’attuale situazione «la negazione di un diritto costituzionale». Ha ricordato inoltre come oggi, per chi come lui ha scelto di non spostarsi in auto, non sia più possibile mettere ad esempio la bicicletta sul treno per viaggiare e muoversi liberamente: «Non siamo cittadini di serie B». Ha anche denunciato criticità croniche, come la frana che blocca il collegamento Larino-Termoli, per la quale, ha detto, «i costi dovrebbero essere imputati a RFI, non alla Regione e di conseguenza ai cittadini molisani che ogni giorno devono far fronte a spese elevate nonostante l’assenza di servizi adeguati».
La consigliera del Pd e presidente di Ali Molise, Bibiana Chierchia, ha parlato di «paradossi» nella gestione quotidiana: autobus sostitutivi talvolta insufficienti, altre volte in numero doppio rispetto al necessario, comunicazioni disallineate e mancanza di compensazioni minime come acqua o snack per viaggi lunghi e disagiati.
La consigliera regionale Alessandra Salvatore ha ricordato gli sforzi per portare la questione in Parlamento e la necessità di far rispettare le clausole del contratto di servizio: «Con l’attivazione del tavolo, le associazioni possono ora pretendere un miglioramento». Ha ribadito l’importanza di anticipare al 2028 la revisione programmatica, come richiesto alla Regione.
Tra i presenti anche lavoratori di Trenitalia e RFI, rappresentanti sindacali e del terzo settore, che hanno segnalato turni difficili, condizioni di viaggio “da terzo mondo” e disagi che coinvolgono anche gli studenti provenienti da Puglia e Campania. «Siamo l’unica regione che parla di transizione green ma continua a investire sulla gomma, non sul ferro», è stato detto. E ancora: «Campobasso è a un’ora da Benevento, snodo AV tra Sud e Nord. È un’opportunità enorme che non possiamo continuare a sprecare».
L’incontro non ha fornito soluzioni immediate, ma ha dato voce a un fronte compatto. L’Amministrazione si è detta pronta a portare le istanze di Campobasso ai vertici di Trenitalia e FS e a chiedere tempi certi per la riattivazione della linea.
«Questa – ha ribadito la sindaca Forte – non è una battaglia politica. È una battaglia di civiltà per restituire alla nostra città ciò che le è stato tolto. E per ridare al Molise una prospettiva di futuro». sl

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