Un segnale concreto, atteso, che parla di futuro e di fiducia. È quello lanciato ieri mattina in piazza Pepe, dove l’amministrazione comunale ha presentato ufficialmente il progetto per la riapertura delle attività commerciali nel centro storico, mettendo sul piatto 100mila euro di contributi a fondo perduto. Un’iniziativa sperimentale, ma dal forte valore simbolico e politico, che punta a contrastare lo spopolamento commerciale e sociale del borgo antico.
Il bando, che sarà pubblicato nelle prossime ore e scadrà il 31 gennaio, prevede 7 contributi da 10mila euro ciascuno per chi intende aprire una nuova attività nelle vie individuate – via De Ferrari e via Marconi – e 30mila euro destinati ai Confidi, per facilitare l’accesso a finanziamenti agevolati. Un pacchetto pensato soprattutto per chi vuole investire nel commercio e nell’artigianato, meno per pub e locali notturni, già numerosi nell’area.
Alla conferenza stampa erano presenti la sindaca Marialuisa Forte, il vice sindaco e assessore alle Attività produttive Giose Trivisonno, i consiglieri di opposizione Sandra De Lucia e Alberto Tramontano, promotori dell’iniziativa, il delegato al centro storico Nicola Messere, l’assessore al Bilancio Pina Panichella, oltre a numerosi consiglieri di maggioranza e opposizione. Un parterre trasversale che ha dato il senso di una condivisione rara ma significativa.
«È un’iniziativa consiliare – ha spiegato Trivisonno – nata da una proposta dei consiglieri De Lucia e Tramontano e poi votata e fatta propria da tutto il Consiglio. Abbiamo lavorato a lungo in commissione per usare al meglio queste risorse. Se arriveranno molte domande, sarà anche un modo per capire i reali bisogni della città e pensare, già dal 2026, a un ampliamento del bando con altre risorse comunali e, ci auguriamo, regionali». L’obiettivo è chiaro: dare una prima spinta alla riapertura dei locali, senza dimenticare chi già resiste e tiene viva l’economia del centro.
Soddisfazione e orgoglio nelle parole di Alberto Tramontano, che ha parlato di «una bella pagina di politica, con la P maiuscola», sottolineando la capacità di maggioranza e opposizione di lavorare insieme «pensando esclusivamente al bene della cittadina». «Non possiamo rassegnarci – ha aggiunto – al declino dei centri storici. Succede in tutta Italia, ma dal basso dobbiamo fare tutto il possibile perché le nostre strade non diventino cimiteri commerciali».
Sulla stessa linea Sandra De Lucia, che ha evidenziato la dimensione sociale dell’intervento: «Il decadimento economico porta con sé un decadimento umano. Rialzare una saracinesca significa molto di più che aprire un negozio: significa creare socialità, senso di appartenenza, identità. Il centro storico è il tratto identitario di ogni campobassano».
A rimarcare il carattere sperimentale del bando è stato anche Nicola Messere, delegato al centro storico: «Le risorse sono importanti ma ancora insufficienti rispetto a quello che vogliamo fare: ricucire il centro storico con il resto della città. Serviranno anche fondi regionali. Intanto il Comune fa la sua parte, non solo con i bandi ma anche con interventi di arredo urbano e servizi».
Dal punto di vista finanziario, Pina Panichella ha spiegato la scelta di coinvolgere i Confidi: «Abbiamo pensato soprattutto ai giovani e alle difficoltà di accesso al credito. I Confidi potranno garantire i prestiti, sostituendosi al garante e rendendo più semplice l’avvio delle attività».
A chiudere, il messaggio della sindaca Forte, che ha rivendicato una visione ampia: «Stiamo facendo politica nel senso più autentico del termine, lavorando per questa città al di là delle ideologie. Investiamo negli eventi, nelle luminarie, nelle feste, ma anche in interventi strutturali e sociali, perché tutto questo serve a ricostruire il tessuto comunitario». E, con uno sguardo al futuro, l’augurio che «nel 2026 si possano vedere i frutti di questo lavoro condiviso».
Un primo tassello, dunque, di un puzzle più grande. Ma anche un segnale chiaro: il centro storico non è un capitolo chiuso, bensì una sfida ancora aperta, da giocare insieme.
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