Prende ufficialmente il via la stagione congressuale della Uil. Ieri pomeriggio nell’auditorium della Scuola edile del Molise, in contrada Colle delle Api, davanti ad una numerosa platea, si è tenuto il primo incontro alla presenza del segretario nazionale Carmelo Barbagallo per fare il punto della situazione in merito alle attività svolte finora dal sindacato con un occhio al futuro rispetto alle prossime iniziative da mettere in campo.
Ad aprire i lavori la segretaria regionale Tecla Boccardo, che fatto il quadro della situazione sull’impegno continuo ed appassionato che la Uil Molise ha svolto, con non poche difficoltà, negli ultimi tre anni e mezzo.
«Ci siamo impegnati molto in questi ultimi anni. Se avessi saputo tutto quello che avrei dovuto affrontare non so se avrei dato un ‘sì’ così convinto – ha affermato sorridendo -. I sacrifici sono stati davvero tanti ma l’ho fatto con passione ed amore, perché mi sono sentita sempre avvolta dall’affetto delle categorie e degli iscritti. Il modo di essere della Uil è quello di essere leali, dare voce a chi non ce l’ha. Le difficoltà, non possiamo negarlo, sono state un crescendo.
Siamo partiti con l’unificazione dei territori classificandoci come una regione sperimentale. È una Uil che ha cercato di essere presente su tutti i temi e le problematiche del territorio. Tanta è la strada fatta in questi anni ma tanta ce n’è ancora da fare. Abbiamo avuto l’attenzione, con qualche difficoltà iniziale, da parte della stampa e della tv perché nel tempo hanno riconosciuto la capacità della Uil di essere propositiva. Siamo la Uil di tutti e per tutti, non del singolo ma dell’intera comunità.
Qualche delusione è emersa quando qualche dirigente ha voluto essere un po’ troppo ‘autoreferenziale’ – ha aggiunto Boccardo – , ma la forza dell’organizzazione è stata più forte dei singoli.
Ci stiamo avviando verso il nuovo congresso e dobbiamo fare il punto della situazione e anticipare quello che sarà l’impegno futuro della Uil. Il consenso è tangibile e sta crescendo perché siamo stati capaci di interpretare quelli che sono i bisogni delle persone. Spesso vediamo movimenti civici e piccoli sindacati autonomi che cavalcano la protesta e il disagio sociale, ma la rabbia non va cavalcata perché dietro ci sono bisogni e necessità e va data risposta a quelle esigenze. Noi l’abbiamo fatto attraverso le nostre proposte e la nostra vicinanza. Nessuno di noi si è mai risparmiato. Non ci siamo occupati solo del mondo del lavoro ma anche di altri temi. Il Sole 24 ore ci ha classificato all’80esimo posto in merito alla qualità della vita. È vero, il Molise è rimasto fermo a 30 anni fa. Potremmo essere una piccola Svizzera ma non possiamo esserlo a causa di una serie di condizionamenti esterni. Va riprogettato un percorso che dia alla nostra terra una nuova speranza.
Nell’ultima programmazione 2007-2014 sono arrivati alla regione 574 milioni di euro. A che cosa sono serviti se non siamo riusciti a ricreare una sola opera pubblica importante? Risorse dunque polverizzate. Oggi abbiamo un’altra opportunità. Oggi arrivano risorse importanti come quelle del decreto per il Sud e quelle del riconoscimento dell’area di crisi complessa. Speriamo non siano l’ennesima opportunità persa, perché questo è l’ultimo treno che passa».
La segretaria ha inoltre illustrato le numerose problematiche relative alla regione, quali la crisi nel settore lavorativo, la viabilità, le falle, sempre attuali, nel sistema sanitario, il reddito di inclusione sociale, la mancanza di prospettive per i giovani.
«Il 23 aprile celebreremo il nostro congresso regionale – ha concluso la segretaria – e i prossimi mesi saranno intensi, ricchi di momenti di confronto, di discussione e dì elaborazione che culmineranno proprio in quella circostanza in cui la Uil molisana vedrà l’avvio di un nuovo ciclo. La strada da fare è ancora tanta, ma il nostro impegno cresce e si fortifica ogni giorno di più per le persone, con le persone».
Dal punto di vista organizzativo, il prossimo step – in tempi brevissimi, entro fine dicembre – è il trasloco in centro. La Uil ha trovato casa, infatti, nel palazzo di via Crispi che ospita anche il tribunale civile di Campobasso.
sl

Barbagallo respinge il soprannome «Non siamo il ‘sindacato del ma’. Bisogna ridurre le tasse sul lavoro»

Come da programma alle 15 in punto arriva alla Scuola edile di Campobasso. E proprio dall’edilizia inizia la sua chiacchierata con i giornalisti presenti «perché – dice Carmelo Barbagallo – l’Italia riparte dagli investimenti pubblici e privati e dalle infrastrutture, soprattutto nel Mezzogiorno e in Molise dove basta vedere le strade che attraversano la regione per capire quanto sarebbe importante avere nuove infrastrutture».
Il segretario della Uil si sofferma anche sulle pensioni, sulla tutela di chi svolge un lavoro usurante. Rispedisce al mittente l’accusa di rappresentare il sindacato del ma, denuncia le piattaforme digitali che definisce «nuovo caporalato» e annuncia che al nuovo governo proporrà una grande vertenza sul fisco, la riduzione del costo del lavoro.
Segretario, la partita sulle pensioni è chiusa?
«Noi abbiamo fatto il massimo possibile con una finanziaria che aveva solo 5 miliardi per gli investimenti. Buona parte delle risorse è stata destinata alle pensioni, al lavoro per i giovani e alle donne. Ora la terza fase. Non è un accordo che chiude la partita, abbiamo chiesto due commissioni per la terza fase da attuare da settembre in poi: la prima per separare l’assistenza dalla previdenza e l’altra tecnico scientifica per stabilire quali sono i lavori gravosi e più pesanti».
Aumentano i lavoretti non l’occupazione. È così?
«L’abbiamo denunciato ripetutamente, nonostante ci chiamino il sindacato del ma. L’occupazione non si fa con i decreti, si fa con investimenti pubblici e privati.
Altra cosa importante sta venendo fuori: molti imprenditori, tra cui molti giovani, si stanno mettendo a fare intermediazione parassitaria sul mercato del lavoro con le cosiddette ‘piattaforme digitali’ attraverso le quali mandano un giovane a fare rilevazione di come sono collocati i prodotti nei centri commerciali a tre euro l’ora, giovani a consegnare le pizze a cinque euro e baby-sitter per la stessa domma. Questa è intermediazione parassitaria, io la chiamerei addirittura nuovo caporalato».
Come si arginano i contratti pirata?
«Ci sono più di 800 contatti e solo meno della metà li firmiamo noi, Cgil e Cisl che siamo i sindacati più rappresentativi. La sensazione è che tanti imprenditori si creano sindacati ad hoc per aver firmato un contratto».
Cosa pensa della Flat tax?
«Noi avevamo previsto di fare una grande vertenza sul fisco: ci sono 110 miliardi di evasione, 60 di corruzione, 27 miliardi di usura e pizzo. Non lo diciamo noi, ma gli imprenditori».
È un possibile strumento per ridurre l’evasione fiscale?
«Vorrei che si passasse dalle promesse ai fatti. In campagna elettorale ci sono case per tutti, lavoro e pensioni. Bisogna essere seri».
Al nuovo governo la Uil cosa chiederà?
«La riduzione del fisco sul lavoro. Abbiamo il livello più alto del costo del lavoro in tutta Europa e i salari più bassi. Se cominciamo da lì poi vediamo se arriviamo al 25% ma vorremmo iniziare dal cuneo fiscale che c’è sulla busta paga e sulle pensioni la cui tassazione è il doppio della media europea».
Cosa pensa dei contratti a termine?
«Bisogna fare in modo che costino di più, bisogna tassare di più i lavori occasionali. E favorire il lavoro indeterminato, altrimenti è pura poesia. Aumentano i lavoretti, non aumenta la vera occupazione».
La Uil come sta?
«Il rapporto Censis stabilisce che il sindacato confederale ha perso iscritti, la Uil invece cresce. Cresce anche tra i giovani: i nostri pensionati sono un terzo, gli altri sono oltre il 50%».
pie.bor.

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