Il puzzle delle regionali è stato finalmente completato. Dopo la scesa in campo di Andrea Greco per il Movimento 5 Stelle, e di Donato Toma, capitano della compagine del centrodestra (che spera ancora in una convergenza di Michele Marone), a meno di due giorni dalla scadenza per la presentazione delle liste anche il centrosinistra ha scelto il suo leader. Nel primo pomeriggio di ieri: il verdetto:sarà Carlo Veneziale, assessore regionale alle Attività produttive, a correre allo scranno più alto di Palazzo D’Aimmo. Una sintesi tra Pd e Molise 2.0 a dir poco ‘sudata’ raggiunta in extremis e dopo trattative estenuanti. Risultato: passo indietro di Frattura e Ruta e candidato unitario per tentare di riconfermare il centrosinistra al governo della regione e arginare lo tsunami a 5 Stelle. Ma i giochi non sono ancora chiusi, anzi è corsa contro il tempo alla composizione delle liste.
A Palazzo San Giorgio il totocandidati è partito già da qualche settimana. Chi scenderà in campo per le elezioni del 22 aprile? Non ci saranno sicuramente gli esponenti del Movimento 5 Stelle che per regolamento non possono candidarsi prima della fine del mandato. E quasi certamente neppure il sindaco Antonio Battista, una delle papabili figure di ‘sintesi’ prima della virata su Carlo Veneziale.
La partita è sicuramente più aperta nel centrosinistra, dove le fazioni dei ‘rutiani’ e ‘fratturiani’ hanno, in parte, già scoperto le carte. L’assessore alle Politiche sociali Alessandra Salvatore, il consigliere Peppe D’Elia e il presidente del Consiglio Michele Durante sono dati praticamente per certi. I primi due nella lista Molise 2.0 del senatore dem, il terzo, già candidato al Senato, tra le fila di Leu. Bocche cucite, invece, nel Pd dove nessuno ancora si sbilancia. I bookmakers puntano sull’assessore ai Lavori pubblici Pietro Maio, che non conferma ma neppure smentisce: «Per il momento sto lavorando alla liste – precisa a Primo Piano Molise – ma come tesserato del Pd se dovessero chiedermi di scendere in campo non mi tirerò indietro».
Meno chiara la posizione dell’altra componente dell’esecutivo Battista, la titolare all’Urbanistica Bibiana Chierchia. Campionessa di preferenze alle amministrative del 2014, la vicesindaca per il momento esclude una sua candidatura. Ma questa campagna elettorale ci ha insegnato che i colpi di scena sono sempre dietro l’angolo e che gli scenari possono cambiare rapidamente. «Non credo che scenderò in campo personalmente – ha detto la Chierchia – ma mi spenderò per questa campagna per far vincere il centrosinistra. Abbiamo raggiunto un risultato importante – il riferimento alla convergenza su Carlo Veneziale – dimostrando di saper riconoscere gli errori e ripartire uniti». Tra i possibili candidati anche Fernando Massarella e Pino Libertucci e Gianluca Maroncelli.
Si sfilano invece gli assessori Salvatore Colagiovanni e Francesco De Bernardo,componenti del Molise di Tutti (gruppo vicino a Pierpaolo Nagni, che probabilmente sarà candidato nella squadra del Pd).
Rubus invece tra i centristi: il capogruppo dell’Udc Michele Ambrosio sembra non essere della partita, mentre l’assessore al Bilancio Massimo Sabusco, la cui candidatura nei mesi scorsi era molto quotata, ancora non scoglie le riserve.
Situazione più complicata nel centrodestra, dove nessun inquilino di Palazzo San Giorgio pare voler scendere in campo. Già nota la posizione dell’esponente di Forza Italia Alessandro Pascale che ha contestato metodo e sclete anche per le elezioni del 4 marzo. Laboratorio Civico pure non sarà della partita: certi i ‘no’ di Francesco Pilone, Carla Fasolino e Marialaura Cancellario, in campo alle Politiche con Noi con l’Italia. L’unico nome che circola è quello di Alberto Tramontano, ma anche in questo caso si tratta di una ipotesi difficilmente percorribile.
Domani a mezzogiorno il quadro sarà completo e si apriranno ufficialmente le danze per la corsa alla Regione.
md

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