Ormai è notizia di qualche giorno fa, quella del ritorno in corsia dell’ex primario del Pronto soccorso di Isernia, il dottor Lucio Pastore, che aveva lasciato il servizio attivo il primo luglio 2023 per poi accettare un nuovo incarico come libero professionista nell’ambito dell’Avviso pubblico indetto dall’Azienda sanitaria regionale del Molise rivolto a medici specialisti in Medicina e Chirurgia di accettazione ed urgenza in quiescenza.
Pastore ha ricominciato quindi da quei corridoi familiari quanto le mura di casa, lasciati nelle sapienti mani del dottor Benedetto Potena dopo il pensionamento. Al termine del primo – si fa per dire – turno di lavoro, il camice bianco originario di Napoli ma isernino d’adozione, ha voluto ringraziare tutte le persone che hanno espresso apprezzamento per il ritorno nel reparto: «È davvero bello e commovente avvertire di essere apprezzato da così tante persone – ha dichiarato -. Sicuramente cercherò di dare un contributo possibile in una realtà sempre più difficile – ha proseguito a poche ore dalla fine del primo turno da “nuovo assunto” -. Purtroppo sono subito entrato in contatto con la realtà informatica di gestione del servizio che è diventata sempre più farraginosa e ripetitiva ed assorbe più del 60% del tempo assistenziale riducendo al minimo la possibilità del contatto diretto con il paziente – ha rivelato -. Si ha l’impressione che i medici siano diventati raccoglitori di dati per Big data che lì userà per generare altri algoritmi, forse per l’intelligenza artificiale. Dico questo per invitare i pazienti a non protestare nel vedere i medici attaccati ai computer per gran parte del turno di lavoro in quanto questo richiede il sistema informatico che contribuisce in modo rilevante all’allungamento dei tempi di attesa nei Pronto soccorso. La colpa di queste scelte informatiche, fatte calare dall’alto senza un confronto vero e costante con gli operatori, viene da scelte politiche nazionali e sarebbe interessante capire a quali interessi risponde. Tuttavia non si può far altro che constatare che crea un enorme disagio ad operatori e pazienti. Sono osservazioni che faccio nella speranza che possano essere utili in futuro. Vista la mia situazione logistica e la mia età svolgerò non molti turni – ha concluso -. Cercherò di essere utile e, di nuovo, ringrazio tutti quelli che hanno espresso apprezzamento per il mio ritorno».
Il camice bianco molto noto e apprezzato sul territorio ha firmato un contratto da libero professionista con l’Azienda sanitaria, in un periodo in cui diversi medici in quiescenza tornano per aiutare la sanità pubblica, come avvenuto per fronteggiare nello specifico la situazione critica dell’ospedale Francesco Caracciolo di Agnone e che ha coinvolto anche il nosocomio isernino.
Un gesto di responsabilità e dedizione da parte dei camici bianchi in quiescenza, ma anche una scelta – quella di Asrem – figlia della necessità di tamponare l’emergenza legata alla cronica carenza di personale che affligge il sistema sanitario a livello nazionale, non solo regionale. Una ferita ancora aperta che pian piano l’Azienda sanitaria sta cercando di ricucire mediante bandi di concorso, avvisi pubblici e interventi che possano potenziare a lungo termine l’attrattività delle strutture sanitarie regionali non solo per i pazienti ma anche per i professionisti.

























