Dopo la segnalazione dei capigruppo della minoranza consiliare, il Prefetto di Isernia ha formalmente chiesto al Comune di approvare il Rendiconto di gestione 2024 entro venti giorni, pena l’attivazione della procedura sostitutiva prevista dalla legge. L’amministrazione ha risposto convocando il Consiglio comunale per l’11 luglio, inserendo all’ordine del giorno proprio l’approvazione del documento contabile.
La vicenda ha preso forma dopo che i capogruppo della minoranza – l’avvocato Giovancarmine Mancini, vicepresidente del Consiglio comunale, insieme ai consiglieri Raimondo Fabrizio, Pietro Paolo Di Perna, Filomena Calenda e Claudio Falcione – avevano scritto alla Prefettura proprio per segnalare la mancata approvazione del Rendiconto, il cui termine ultimo era scaduto il 30 aprile scorso.
Nell’atto notificato al Comune, il Prefetto – prendendo atto di quanto segnalato – ha rammentato «la necessità di procedere ad una celere approvazione del documento contabile». Considerando «il lasso di tempo trascorso dalla scadenza del termine di legge», ha quindi invitato il Comune ad approvare «entro e non oltre venti giorni dalla data di notifica dell’atto ai singoli consiglieri, il Rendiconto di gestione 2024».
L’ultimatum è chiaro: in caso di mancata approvazione nei tempi stabiliti, «verrà attivata la procedura prevista dall’art. 1 del decreto legge 22 febbraio 2002, n. 13, convertito dalla legge 24 aprile 2002, n. 75», che consente al Prefetto di nominare un Commissario per la predisposizione dello schema di bilancio e, in caso di ulteriore inadempimento, di avviare la procedura per lo scioglimento del Consiglio comunale.
Nei giorni scorsi, intanto, è arrivata la convocazione del Consiglio comunale per venerdì 11 luglio – come già riportato su queste colonne -, rispettando così le tempistiche. All’ordine del giorno della seduta figura proprio l’approvazione del Rendiconto di gestione 2024: in caso di ritardo nell’approvazione di tale documento, si rischiava di innescare infatti una serie di conseguenze negative per l’Ente.
Come aveva evidenziato la minoranza nella sua segnalazione, il mancato rispetto della scadenza comporta significative penalizzazioni per il Comune. Tra queste, la perdita della possibilità di incrementare fino al cinque per cento i fondi per la contrattazione integrativa del personale, l’impossibilità di destinare il maggiore gettito dal recupero dell’evasione IMU e TARI al potenziamento degli uffici, e la sospensione dei pagamenti delle risorse finanziarie dovute dal Ministero dell’Interno dopo trenta giorni dalla scadenza.
Inoltre, l’Ente non potrebbe procedere ad assunzioni di personale ed entrerebbero in vigore divieti all’indebitamento e all’applicazione dell’avanzo di bilancio. Particolarmente rilevanti sono i controlli più rigidi previsti per gli enti strutturalmente deficitari come il Comune di Isernia.
«Dopo la classificazione di ente strutturalmente deficitario, è il secondo campanello di allarme che suona per i conti del Comune di Isernia» – commenta Mancini dopo che la minoranza consiliare aveva deciso di “rompere gli indugi” per sollecitare gli interventi necessari a risolvere una problematica che rischiava di avere serie conseguenze per la città. Ora l’attenzione si concentra sulla seduta dell’11 luglio, quando il Consiglio comunale dovrà approvare appunto il Rendiconto 2024, scongiurando l’intervento sostitutivo del Prefetto e le sue potenziali conseguenze per l’amministrazione.