Botte da orbi, tra il segretario provinciale di Isernia del Partito Democratico, Marco Amendola, e la consigliera regionale di centrodestra Stefania Passarelli, dopo l’approvazione a maggioranza in Consiglio comunale a Palazzo San Francesco della mozione con cui Amendola sostanzialmente ha chiesto all’Aula di esprimere contrarietà alla riforma del Piano sociale regionale e nello specifico al passaggio da tre Ambiti territoriali sociali a uno, nella provincia pentra.
Passarelli era intervenuta nei giorni scorsi su queste colonne e sui propri canali social attaccando Castrataro e Amendola, definendoli «meri esecutori di diktat», in riferimento al fatto che a suo dire dietro la mozione portata in Consiglio comunale ci sia solo l’intenzione di eseguire un ordine di partito, giustificato quindi più da una contrapposizione ideologica che dalla conoscenza nel merito della riforma.
Alle parole della Passarelli è seguita una controreplica di Amendola, che ha voluto precisare in premessa i motivi del ritardo con cui la mozione è giunta in discussione a riforma già approvata in Consiglio regionale: «La mozione era stata presentata un mese e mezzo fa, se poi è arrivata in Aula solo adesso è solo per motivi di calendarizzazione del Consiglio comunale. Per questo, ho aggiunto che farò la mia parte anche eventualmente per un ricorso al Tar, integrando la stessa mozione con l’impegno all’amministrazione ad intraprendere un’azione legale».
I toni dello scontro si sono parecchio accesi: «La consigliera dimostra ancora una volta di essere priva di qualsiasi senso delle istituzioni – afferma Amendola -, anche stavolta si è posta in modo nervoso e presuntuoso su una riforma che non trova consenso nella maggioranza dei territori della nostra provincia, bastava mettere un po’ da parte l’inutile presunzione politica e ascoltare i territori dell’alto Molise e della Valle del Volturno. Le riforme si fanno insieme, non da soli – ha proseguito -. Abbiamo tenuto degli incontri sia a Venafro che ad Agnone, dove è venuta fuori una contrarietà bipartisan alla riforma. Personalmente non vedo perché queste aree debbano essere private di ulteriori servizi, dopo i tagli già subiti a livello sanitario. Se gli Ambiti sociali hanno una utilità, questa è quella della prossimità. E se ci siamo presi la briga di portare la questione in Consiglio comunale a Isernia è perché il nostro Ambito sociale, estremamente competente, già si sobbarca numerose problematiche sociali di cui tante sommerse. Non credo, quindi, sia facile gestire le problematiche di tutto il territorio provinciale. Per questo riteniamo che la riforma sia sbagliata. Non lo dico solo io ma mi sembra che anche il sindaco di Venafro non la veda di buon occhio».
Al momento, per dovere di cronaca, su 136 Comuni sono all’incirca 50 quelli che hanno adottato un atto di contrarietà alla riforma.
Passarelli, poi, aveva definito Amendola “ondivago”, in riferimento ai trascorsi politici dell’esponente di centrosinistra, nel 2021 candidato in una lista civica a sostegno di Melogli: «Le lezioni di moralità politica che ha inteso impartire a me, forse il consigliere Amendola dovrebbe ripeterle allo specchio, guardandosi dritto negli occhi: braccio destro dell’onorevole Danilo Leva (PD), poi candidato al Consiglio comunale di Isernia con la lista Iris, di ispirazione Forza Italia, a sostegno del sindaco Melogli (centrodestra), candidato sindaco indipendente contro la coalizione di centrosinistra poi “sulla via di Damasco”, fulminato da Castrataro e rientrato nelle grazie di chi ha scelto di mettersi contro un partito (il PD) pur di conferirgli un ruolo che ne certificasse l’esistenza politica» – ha scritto sui social Passarelli nel vivace scontro tra i due.
Sul punto, è arrivata la risposta di Amendola: «Non accetto giudizi da chi ha dimostrato sempre una confusione politica tale da diventare una sua personale scelta di vita – ha affermato -. Come segretario provinciale del Partito Democratico non prendo ordini da nessuno. Per questo ho insistito affinché si svolgesse un Congresso in cui sono stato votato ed eletto. Ad ogni modo, ho sempre fatto parte di amministrazioni di centrosinistra, mi sono candidato in una lista civica e dopo alcune scelte operate dal sindaco sono immediatamente tornato nel centrosinistra» – ha spiegato.
Il botta e risposta sui social è proseguito a lungo: «Le ideologie dei partiti a lei tanto care (al punto da abbracciare anche quelle che si oppongono) non mi appartengono – ha scritto Passarelli -. Sono abituata a dare il mio consenso alle persone che ‘lavorano’ per il futuro della nostra regione, che costruiscono opportunità e occasioni. E non ho bisogno del consenso del politico di turno ma del sostegno dei cittadini e soprattutto di chi vive situazioni di fragilità e di difficoltà. Il mio impegno nelle istituzioni si misura con gli atti, le proposte di legge, l’attenzione sempre alta sui bisogni. La reale considerazione dei cittadini che si dimostra con fatti concreti e non con mozioni scopiazzate o, peggio ancora, scritte sotto dettatura. Non mi pare di averla vista quando abbiamo presentato il Piano sociale regionale nella sala del suo Comune, alla presenza dei sindaci dell’Ats di Isernia. Non mi pare di aver ascoltato una sua parola, allora».
Passarelli ha poi invitato Amendola a presenziare a Pozzilli, il prossimo 24 luglio, all’incontro con la ministra Locatelli per discutere della nuova riforma della disabilità: «L’Ats di Isernia è stato inserito fra gli Ambiti che la sperimenteranno dal prossimo settembre – ha spiegato -. Sono certa che, per il bene della comunità tutta, non guarderà la spilletta della Lega che indossa sulla giacca ma sceglierà la concretezza dei fatti».
Amendola ha subito risposto di non partecipare a «tour privati». È poi intervenuto anche il consigliere provinciale Giuseppe Centracchio: «Mi devo complimentare. La consigliera è conoscitrice attenta delle pratiche e delle vicende del centrosinistra e del PD, forse anche troppo – ha scritto rivolgendosi a Passarelli -. Invece di interessarsi alla storia politica degli altri sarebbe il caso di spiegare ai sindaci perché portare avanti una riforma che non ha convinto nessuno, nemmeno gli amici politici più stretti».
«L’ha capita il popolo e soprattutto quello più fragile che potrebbero spiegare a lei e al PD cosa è la disabilità» – ha replicato la consigliera.
Un dibattito che sembrava essersi spento, con l’approvazione in Consiglio regionale della riforma del Piano sociale ma che, invece, sembra destinato a far parlare ancora a lungo, soprattutto qualora dovesse realmente essere intentata la via giudiziaria da parte di qualcuno.