Nessun indugio. Se il sindaco di Isernia Piero Castrataro impiega 20 righe a rispondere alla domanda sulla sua ricandidatura è solo per creare la suspense.
Quattro anni di mandato. Non una navigazione proprio tranquilla ma “siamo qua”. Partiamo dall’ultimo governance poll di Noto Sondaggi: lei ha perso quasi il 6% rispetto al giorno del voto ma ha recuperato il 3% rispetto all’anno scorso. Quindi, si ricandida ingegnere?
«Partiamo in quarta! Subito il domandone. Andiamo per gradi, così la tengo un po’ sulle spine (sorride). Quasi quattro anni, sì. Quando ripenso alle tante cose fatte, ai problemi affrontati, alle numerose iniziative avviate e, certo, anche alle difficoltà incontrate lungo la strada, mi sembrano anche di più. Forse incide l’evidente aumento dei capelli bianchi! Al contempo, se penso a quanto c’è ancora da fare, alla voglia di veder concretizzate le idee che sono state il motore della mia candidatura e del mio impegno, ho la sensazione che questi anni siano stati un soffio. Il sondaggio dice -6% rispetto al 2021? Beh, probabilmente è dovuto al fatto che ci siamo concentrati molto sul potenziamento della macchina amministrativa e sugli investimenti e i progetti di lungo periodo, costretti dalle esigenze del Pnrr e dalla necessità di portare avanti i cantieri nel rispetto dei cronoprogrammi. Se poi ho recuperato il 3% rispetto allo scorso anno vuol dire che stiamo lavorando bene. O semplicemente che i cittadini hanno iniziato a perdonarmi per le buche… Scherzi a parte, iniziano a vedersi in maniera tangibile i frutti del lavoro di questi anni, soprattutto in materia di lavori pubblici, impiantistica sportiva, sociale, cultura. Ora è il momento di concentrarsi sugli aspetti che incidono particolarmente sulla vita quotidiana dei cittadini: rifiuti, manutenzione di strade e marciapiedi e decoro urbano. Abbiamo le risorse per farlo, alcuni interventi sono già in essere, i prossimi mesi saranno decisivi. Quindi, voleva sapere se mi ricandiderò? Direi proprio di sì, perché credo in tutto quello che stiamo facendo, perché amo la mia città e perché ci sono ancora tantissime cose che vorrei fare per Isernia».
La prova del governo le ha fatto perdere pezzi. E le ha dato modo di “rodare” i rapporti con collaboratori e alleati. Cosa non rifarebbe o farebbe diversamente?
«Ad essere onesti credo che rifarei gran parte delle cose che ho fatto. Non perché ritenga di non aver commesso errori, quelli ci sono in ogni esperienza di vita e, di conseguenza, in ogni esperienza amministrativa, ma perché penso di aver sempre agito con senso di responsabilità, mettendo al centro il bene della città. Ѐ chiaro che l’esperienza di governo è una prova dura, che ti spinge a confrontarti ogni giorno con equilibri complessi, con dinamiche umane e politiche non sempre semplici. Ho imparato a non dare mai nulla per scontato, anche e soprattutto nei rapporti con alleati e collaboratori, convinto che legami e collaborazioni vadano costruiti e coltivati, giorno dopo giorno. Oggi sento di avere sicuramente maggiore consapevolezza, anche grazie agli errori commessi. In questo senso forse gioca un ruolo importante anche l’aspetto comportamentale, caratteriale, per alcuni versi ancora da correggere. Come la mia naturale inclinazione a concentrarmi sulla risoluzione dei problemi, sul funzionamento delle cose, talvolta trascurando la parte emotiva. Sono pur sempre un ingegnere! E come tale mi porto dietro la predisposizione alla praticità. Ecco, certamente questo un ottimo motivo di riflessione per me».
Isernia piena di cantieri e progetti che stanno prendendo forma. Edilizia pubblica a parte, quali iniziative daranno alla città una proiezione di sviluppo futura?
«Isernia piena di cantieri, è vero. Qualcuno dice anche troppi! Lo capisco, qualche disagio c’è sempre e mi dispiace. Ma è anche il prezzo da pagare per avere scuole moderne e sicure, strutture adatte ad ospitare eventi culturali, strade nuove e luoghi di formazione per i giovani ma anche di aggregazione per cittadini di tutte le età. Ogni intervento che si sta realizzando, ciascuno per la propria destinazione, sta contribuendo a disegnare l’Isernia di domani. Una città che, prima di tutto, tende la mano ai più fragili. Penso, ad esempio, al Centro Diurno per malati di Alzheimer che stiamo realizzando in località Acqua Sulfurea. I lavori sono a buon punto e presto potremo consegnarlo ad Asrem per l’accreditamento della struttura. Puntiamo sulla vivibilità e sull’attrattività. Ѐ il miglior modo di generare sviluppo. In questo caso penso al nascente Centro di ricerca sull’Intelligenza Artificiale, in collaborazione con Regione e Unimol, allo SmartLab presso l’Auditorium, un incubatore ideato allo scopo di formare giovani in materia di arti audiovisive. Penso anche al listening bar che sorgerà nel Parco Urbano della Stazione, pensato per favorire l’imprenditorialità giovanile, unendo passione per la musica e occasione di aggregazione. Mi piace vedere Isernia come una città in movimento, capace di fare rete. Una rete che parte dalle istituzioni e coinvolge associazioni e cittadini per il raggiungimento di obiettivi comuni».
Come i suoi predecessori, ha chiesto all’Università di tornare in città. Con la stessa fortuna dei suoi predecessori?
«Mi chiedeva di una proiezione futura di sviluppo. Ecco, il contributo dell’Università è fondamentale. Confermo che le interlocuzioni con Unimol sono costanti. Il nostro obiettivo è riportare alcuni corsi di laurea in città. Ѐ chiaro che le esigenze di oggi non sono quelle di ieri e che, pertanto, c’è la necessità di concordare con Unimol un percorso che sappia rispondere alle nuove sfide, anche con coraggio. Noi ce la stiamo mettendo tutta, in primis creando le condizioni affinché l’Università abbia tutti i vantaggi possibili. Stiamo ristrutturando Palazzo Orlando, un palazzo storico che si trova nel cuore della città e sarà completamente riqualificato, creando spazi e ambienti idonei ad ospitare corsi di laurea universitari. Inoltre, con il nuovo bando del Tpl, rafforzeremo i collegamenti con la sede di Pesche in modo da creare un polo universitario integrato, motore di sviluppo per il territorio. Continueremo a lavorare in questa direzione. Ospitare una sede universitaria non è solo una questione di prestigio, è una questione di identità, di economia, di futuro per le nuove generazioni. Un canale sul quale investire. Il Comune è pronto».
C’è comunque un problema serio, che il Pnrr avrebbe dovuto risolvere ma in Molise si è poco approfittato di questa possibilità: quello delle residenze.
«Verissimo, il tema delle residenze è centrale, specie se vogliamo riavere l’Università in città. Non possiamo chiedere agli studenti di scegliere Isernia senza garantire loro spazi adeguati in cui vivere e studiare. Un problema che stiamo affrontando concretamente, proprio facendo ricorso a risorse del Pnrr, con la richiesta di finanziamenti per due progetti. Il primo, per il quale abbiamo siglato un accordo con Rfi, riguarda la trasformazione del fabbricato viaggiatori della stazione in uno studentato moderno e funzionale. Il Comune si farà carico della ristrutturazione degli ambienti al primo e secondo piano, in cui saranno realizzati 44 posti letto, con 12 camere singole e 32 doppie. Il secondo progetto riguarda i locali dell’ex macello in via Sant’Ippolito, già casa dello studente, in parte attualmente inutilizzati. A breve partirà una ristrutturazione per la creazione di ambienti moderni ed efficienti. Tutti gli alloggi, compresi quelli della stazione, avranno canoni di affitto calmierati, dunque particolarmente vantaggiosi, allo scopo di attrarre studenti e consentire loro di vivere e studiare nella nostra città. Detto questo, Isernia ha raggiunto ottimi risultati in materia di Pnrr, abbiamo lavorato sodo per intercettarne i fondi. Il Comune ha ottenuto, complessivamente, il finanziamento di ben 36 progetti, per un valore complessivo di oltre 35 milioni».
A settembre Festa dell’Unità a Isernia. Il palcoscenico ideale per lanciare ufficialmente la ricandidatura.
«Continuo a pensare, oggi come ieri, che non esista un palcoscenico migliore della città stessa. Isernia è il centro del mio, del nostro, impegno. Il luogo in cui costruiamo, insieme a tutte le forze della coalizione, insieme ai cittadini, alle associazioni, al tessuto produttivo, un’idea concreta di futuro. La Festa dell’Unità sarà un’occasione importante, un significativo momento di dibattito e di confronto, ne sono certo. Non nascondo la soddisfazione per il ritorno di questo appuntamento a Isernia, anche nell’ottica di rafforzare il dialogo sulle principali tematiche di attualità, per la nostra città, per la nostra regione e per il Paese. Al contempo resto convinto che il palcoscenico ideale siano il territorio, le persone, quella parte civica da cui trae origine il progetto che stiamo portando avanti con determinazione, con l’ascolto quotidiano delle esigenze reali della comunità e con il coinvolgimento attivo, come dicevo, delle locali forze produttive, sociali e culturali. Non si tratta di lanciare una candidatura, ma di continuare a lavorare con serietà e responsabilità per il bene collettivo. Se una nuova fase ci sarà, a parlare per noi saranno il lavoro fatto e la visione condivisa della città».
rita iacobucci