La Giunta comunale di Isernia, lo scorso 25 agosto, ha formalmente accettato – con delibera numero 249 – il disciplinare di concessione del finanziamento regionale destinato al progetto di demolizione e ricostruzione dell’ex istituto comprensivo “Ignazio Silone” che – stando agli accordi stipulati tra le parti coinvolte, tra cui anche Prefettura e Demanio – dovrebbe diventare un polo amministrativo per la città visto che ospiterà non solo gli uffici del Palazzo di Governo ma anche alcuni uffici comunali. Un passaggio cruciale quello compiuto nei giorni scorsi dall’Ente per un’opera che, pur promettendo modernità e sicurezza, ha infiammato e continua a infiammare il dibattito pubblico tra favorevoli e contrari.
Inizialmente concepito come un intervento di miglioramento sismico dell’ex Istituto, il progetto è stato poi revisionato a fronte delle “criticità insite nell’immobile”, per cui è stata quindi proposta – come è noto – una “sostituzione edilizia”, mediante la demolizione e ricostruzione del fabbricato esistente. La Regione Molise ha autorizzato questo cambio di rotta nel maggio 2023, permettendo di destinare le risorse già assegnate a un intervento sicuramente più incisivo.
Il nuovo edificio è concepito quindi per diventare un centro vitale per l’amministrazione, ma non solo, visto che ospiterà la sede degli uffici comunali, il Centro operativo comunale (Coc) – cruciale per la gestione delle emergenze – e la sede della Prefettura di Isernia. Una iniziativa che nasce da un’azione sinergica e concertata tra Ministero dell’Interno, Prefettura, Direzione regionale Abruzzo e Molise dell’Agenzia del Demanio, Regione e Comune, con l’obiettivo dichiarato di ottimizzare, razionalizzare e valorizzare i rispettivi patrimoni oltre che perseguire le proprie finalità istituzionali.
L’opera ha un costo complessivo che si aggira sui 4,5 milioni di euro. Di questi, 1,5 milioni sono finanziati con fondi regionali a valere sulla programmazione per interventi strutturali di prevenzione del rischio sismico su edifici pubblici strategici. Aspetto rilevante in tal senso è che, su questa porzione di investimento, l’importo a carico del soggetto attuatore, quindi del Comune, è pari a zero. Con i restanti 3 milioni circa previsti tramite l’accesso ai contributi dell’emanando “Conto Termico 3.0”, in linea quindi con l’impegno per l’efficientamento energetico della nuova struttura.
Il tema, si sa, nei mesi scorsi ha suscitato un acceso dibattito in città, in particolar modo per il destino del campetto da calcio che insiste nell’area dell’ex Ignazio Silone, così come di un’attività commerciale che si trova nei locali del piano terra ma anche per i cambiamenti che un simile intervento potrà implicare dal punto di vista urbanistico – quindi di traffico e parcheggi – in un’area in cui a detta di alcuni si rischia di creare un eccessivo concentramento di funzioni e uffici pubblici.
D’altro canto c’è chi evidenzia le opportunità legate all’investimento, per tutte le parti coinvolte, sia in termini di efficienza che di sicurezza.
Se ne è discusso aspramente anche in Consiglio comunale, coi consiglieri di opposizione Cesare Pietrangelo e Giovancarmine Mancini a guidare una protesta finalizzata a tutelare certi presidi di socialità presenti oggi sul posto, anche tramite un’apposita raccolta firme. In molti lo ricorderanno: sul tema si aprì anche una crepa in maggioranza, con i consiglieri Di Rollo e Paniccia (Comunità Attiva) che non espressero un voto favorevole in Aula di fronte alla sottoscrizione del relativo protocollo d’intesa. Mentre dai banchi della minoranza la consigliera Dall’Olio (Forza Italia) votò a favore.
Dopodiché, l’amministrazione comunale, con in testa il sindaco Piero Castrataro, promosse anche degli incontri in loco per discutere il progetto insieme alla cittadinanza.
Come spesso accade per interventi di tale portata, il progetto resta quindi oggetto di un vivace dibattito all’interno della comunità. Da un lato chi ne evidenzia i benefici, dall’altro non mancano le voci critiche che sollevano interrogativi sull’impatto dell’opera.
Con l’accettazione del disciplinare del finanziamento e dei relativi obblighi, l’amministrazione comunale procede intanto verso la realizzazione di un’opera che promette di ridefinire una porzione importante del tessuto urbano e amministrativo della città.


























