La comunità pentra ha ricordato le vittime del bombardamento del 10 settembre 1943 con una cerimonia sobria e nel contempo suggestiva. Alle 10:23, orario dell’incursione degli aerei americani nei cieli d’Isernia, le campane della Cattedrale hanno suonato un rintocco per ogni bomba sganciata, mentre gli altoparlanti riproducevano il suono del motore dei velivoli alleati che rasero al suolo gran parte della città.
Le massime autorità religiose, civili e militari del territorio si sono poi spostate all’interno della Cattedrale per la funzione religiosa ufficiata dal vescovo Camillo Cibotti, il quale nella sua omelia ha effettuato un parallelismo tra i tragici avvenimenti della Seconda Guerra mondiale e i conflitti che stanno insanguinando il pianeta.
«Oggi ci ritroviamo insieme per ricordare, ancora una volta, una delle pagine più dolorose della storia della nostra città: il bombardamento del 10 settembre 1943 – ha esordito il sindaco Piero Castrataro nel suo discorso -. Ottantadue anni fa, Isernia fu colpita con una violenza devastante e centinaia di vittime innocenti furono spezzate, le case distrutte, le famiglie disperse.
In quel giorno di angoscia e di lutto, come in quelli successivi, neanche le nostre aree rurali furono risparmiate. A pochi giorni di distanza, un gruppo di persone in fuga che cercava rifugio in un casolare di campagna, trovò la morte sotto un nuovo bombardamento: sono le circa 40 vittime di Ferlenghino. Oggi il mio, il nostro, ricordo è rivolto anche loro, la cui memoria, da quest’anno, sarà omaggiata da una targa, affinché il loro sacrificio, poco noto, non vada perduto nella dimenticanza.
Il dovere della memoria non è soltanto rivolto al passato – ha proseguito il primo cittadino -. Ѐ un impegno del presente e verso il futuro. In questi giorni, mentre noi ci raccogliamo in silenzio qui ad Isernia, altre comunità nel mondo vivono nel dramma della guerra». Il pensiero va in particolare –dice – alla popolazione civile della Striscia di Gaza, dove uomini, donne e bambini continuano a morire, vittime di un conflitto che sembra non avere fine.
Da qui, prosegue il sindaco, la necessità di ricordare i caduti con commozione e senso di responsabilità: «quello di essere testimoni di pace e di lavorare ogni giorno affinché violenza, guerra e distruzione non trovino più spazio, perché la pace non è mai scontata, ma va difesa con il dialogo, la giustizia e la solidarietà».
«Da cittadina di Isernia sento in maniera forte questa giornata, sin da piccola – ha dichiarato l’onorevole Elisabetta Lancellotta -. La memoria che viene tramandata, la memoria collettiva, la memoria di tutti coloro i quali hanno sacrificato con la propria vita, credendo fortemente in un messaggio importante che tutti dobbiamo tramandare. Ottantadue anni fa Isernia fu bombardata e morirono tanti isernini. Noi siamo stati bravi, forti nel trasformare questa tragedia in un grande atto di resilienza ed è questo il messaggio che oggi dobbiamo trasmettere a tutte le generazioni, a tutte le ragazze, a tutti i ragazzi: la speranza in un futuro migliore che insieme dovremmo e dobbiamo costruire».
Dopo la funzione religiosa sono state deposte due corone di alloro, una del Comune, l’altra della Prefettura, ai piedi del monumento che raffigura un uomo nudo nell’atto di proteggersi il capo con le mani dalle macerie. La pioggia incessante ha reso ancor più drammatica la cerimonia, come se anche il cielo volesse partecipare alla solennità del momento.
«È la giornata del ricordo, ma soprattutto la giornata in cui tutti dobbiamo renderci conto che abbiamo subito tanta violenza, quindi dobbiamo mettere al bando queste vicende per pensare a costruire un mondo di pace – ha commentato il Prefetto Giuseppe Montella -. È vero, sembra un discorso un po’ retorico perché purtroppo oggi siamo dilaniati ancora da tante guerre, da tanta violenza ingiustificata, violenza che poi va a colpire le vittime inermi, gli abitanti, le persone, donne, bambini, così come è accaduto a Isernia».
In occasione della ricorrenza di ieri, anche CasaPound – con una nota – ricorda il tragico evento: «Il bombardamento americano su Isernia rappresenta la pagina più dolorosa nella storia della nostra città. Le ferite inflitte sono impossibili da sanare. Non vi è famiglia isernina in cui non si conservi memoria di un caro perduto a causa del vile bombardamento. Come ogni anno abbiamo reso omaggio ai martiri con una deposizione floreale presso il monumento loro dedicato, ma onorare la loro memoria significa anche rammentare quali furono gli autori del massacro, contro le amnesie e l’improbabile giustificazionismo che spesso caratterizzano le commemorazioni ufficiali. Affinché venga riconosciuta la dovuta giustizia ai nostri morti, CasaPound non dimentica. Isernia non dimentica».
























