Crescono i timori per il futuro dell’ospedale Veneziale, nodo cruciale della sanità pentra. Mentre da Roma si attendono novità sulla proposta di Piano operativo sanitario 2025-2027 presentato dalla struttura commissariale, a Isernia si moltiplicano dubbi, paure e prese di posizione. La sensazione diffusa, tra cittadini e amministratori, è che il destino del presidio non sia affatto sicuro: sul tavolo c’è non solo la funzionalità del laboratorio di Emodinamica, ma la stessa capacità del Veneziale di continuare a garantire servizi essenziali a un territorio che già oggi si sente marginalizzato.
È in questo clima di incertezza che il sindaco di Isernia, Piero Castrataro – dopo la riunione della Conferenza dei sindaci – affonda il colpo, chiedendo senza mezzi termini un passo indietro della struttura commissariale e sottolineando la necessità che sia il presidente della Regione, Francesco Roberti, ad assumere le redini della partita.
A quanto pare, lo scontro avvenuto nella Sala della Costituzione della Provincia di Campobasso ha lasciato il segno: «È successo qualcosa di molto grave dal punto di vista istituzionale – ha dichiarato ai microfoni di Teleregione dopo lo scontro con il sub Ulisse Di Giacomo e il commissario Marco Bonamico -. A questo punto è chiaro il conflitto tra la parte politica e quella tecnica, credo che sia quindi il momento di andare oltre il commissariamento, e che comunque se commissariamento deve essere, allora è giusto che il presidente della Regione Molise, Francesco Roberti, si assuma la responsabilità di risolvere questa questione importante per tutto il Molise, senza fare differenze fra territori – sostiene, visti i potenziali rischi di tagli sia per Isernia che Termoli -. Parliamo di territori fragili, quindi deve essere il presidente a dipanare la matassa, una questione che va risolta a livello politico a Roma».
Ciò che ha fatto infuriare Castrataro è stata l’accusa mossa nei suoi confronti da Bonamico e Di Giacomo sui numeri delle prestazioni del Veneziale. Numeri che a giudizio della struttura commissariale sarebbero addirittura “falsi”.
«Io ho citato i numeri di quest’anno, che sono quelli che vanno presi in considerazione – spiega Castrataro -. Già a fine settembre siamo oltre i 150 interventi per quanto riguarda l’Emodinamica di Isernia. Noi come provincia non possiamo accettare che questo laboratorio chiuda o che venga ridimensionato proprio perché anche dal punto di vista dell’efficienza è un laboratorio che fa mobilità attiva e che quindi dà possibilità all’ospedale di Isernia di vivere e sopravvivere, ma soprattutto dà speranza di vita a tutti i cittadini della nostra provincia e non solo».
Il confronto resta dunque acceso e segnato dalle tensioni emerse nella Conferenza dei sindaci. Ma al di là delle schermaglie e delle accuse incrociate sui numeri, resta un interrogativo che scuote la comunità isernina: quale sarà davvero il futuro del Veneziale?
Nell’attesa delle decisioni romane, in città cresce la preoccupazione che i tagli possano tradursi in una lenta erosione dei servizi, mettendo a rischio ciò che oggi appare irrinunciabile: la certezza di poter contare su un ospedale efficiente e vicino.
























