Sarebbe coinvolta anche una società isernina nell’importante operazione della Guardia di Finanza di Trento che ha fatto emergere un vasto sistema di frode fiscale riconducibile al settore della ristorazione, con un giro di affari illecito stimato in più di 1,2 milioni di euro. L’indagine ha interessato un locale dell’Alto Garda e si è allargata fino a coinvolgere una società molisana.
Le indagini sono iniziate con un controllo in un ristorante “all you can eat” che apparentemente aveva un solo dipendente, nonostante il locale fosse aperto a pieno regime. La realtà venuta a galla è molto diversa: il locale si avvaleva di 39 lavoratori, formalmente impiegati da quattro società compiacenti con sedi anche a Roma, Firenze, Palermo e Isernia.
Il sistema si sarebbe retto su contratti di appalto e distacco di personale fasulli, con società schermo che avrebbero emesso fatture per prestazioni mai effettivamente svolte, nascondendo così una somministrazione illecita di manodopera. Dalle testimonianze raccolte, i lavoratori, in maggioranza stranieri, credevano di essere dipendenti diretti del ristorante, poiché era la direzione del locale a fissare stipendi, orari e mansioni, senza alcun contatto con le società che li assumevano formalmente.
Un caso emblematico riguarderebbe un dipendente che ha scoperto la verità solo ispezionando il mittente del bonifico dello stipendio. In seguito ai rilievi della Guardia di Finanza, le fatture sono state dichiarate inesistenti dal punto di vista giuridico.
La frode ha portato alla contestazione di evasioni contributive superiori a 300.000 euro, sanzioni pari a 260.000 euro e al recupero di un’Iva indebitamente detratta per oltre 206.000 euro.

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