A un anno esatto dalla consegna delle 5236 firme autenticate per il referendum sull’annessione della Provincia di Isernia all’Abruzzo, il Comitato promotore si è riunito ieri in via Berta per un sit-in di protesta contro l’ostruzionismo a loro dire ravvisato sull’iniziativa. L’intento – spiega il presidente Antonio Libero Bucci – è richiamare l’attenzione sul ritardo burocratico che starebbe bloccando l’iter referendario, su cui pende anche un ricorso presentato dal Comitato direttamente al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
«Siamo in attesa dei risultati del ricorso che abbiamo fatto al Presidente della Repubblica che verrà discusso dal Consiglio di Stato. Questo però non esime la classe politica dalle sue responsabilità – tuona Bucci -, cioè quella di aver bloccato in questo modo una richiesta democratica che parte dai cittadini con la raccolta di oltre 5mila firme e che ovviamente tende ad esprimersi tramite un referendum. È una questione che non possono decidere in pochi, ma deve essere decisa dalla gente – prosegue il presidente del Comitato nato sotto la stella dell’aggregazione della provincia pentra alla regione ‘sorella’ -. Quindi aspettiamo innanzitutto l’esito del ricorso, poi bisogna vedere cosa accadrà. Voglio ricordare che è passato già un anno da quando abbiamo consegnato le firme. Quindi vogliamo capire se la questione proseguirà con altre forme che bloccheranno ancora di più la democrazia e avranno un effetto ancora peggiore sulla gente che ha firmato che non si sente più rappresentata democraticamente. Credo che queste siano riforme necessarie che riguardano tutto l’assetto istituzionale italiano, perché avere delle microregioni come la Regione Molise crea delle diseconomie enormi, dei debiti di bilancio che sono sotto gli occhi di tutti e ovviamente causano la mancata erogazione dei servizi che questi enti dovrebbero garantire ai cittadini. Infatti qui assistiamo a una situazione in cui non abbiamo più treni, le strade sono ferme agli anni Settanta, la sanità è allo sfascio. Questo è il risultato».
In un contesto in cui sul tema si sono sostanzialmente assestati due poli opposti – chi sostiene che passare con l’Abruzzo possa essere un’opportunità, e chi d’altro canto teme il rischio di perdere l’identità molisana oltre che diventare ancor più marginali – il Comitato insiste sul rispetto dell’articolo 132 della Costituzione.
Come è noto, la raccolta firme, superate le 5200 autenticate e consegnate a fine 2024 alla Provincia di Isernia, ha innescato un iter complesso: l’ente ha dichiarato improcedibile la richiesta per mancanza di proposta deliberativa, motivazione contestata dal Comitato come “equivoco burocratico”. A aprile 2025 è seguito un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, con la difesa affidata al costituzionalista Alfonso Celotto e all’avvocato Ottavio Balducci, mentre il procedimento attende il parere del Consiglio di Stato dopo le controdeduzioni provinciali e le repliche del Comitato. Il presidente della Provincia, Daniele Saia, ha convocato il Comitato a gennaio 2025 per discutere la battuta d’arresto, ma i nodi procedurali persistono. Bucci e il Comitato, in questi mesi, non hanno nascosto la propria opinione, puntando il dito sull’«ostruzionismo delle forze politiche all’iniziativa referendaria» e sostenendo che una eventuale aggregazione porterebbe benefici in servizi e rappresentanza, citando il fallimento del Molise autonomo, contro chi paventa un potenziale depauperamento territoriale. Un dibattito che resta vivo tra ricorsi e iniziative di piazza.

























