La proposta di nomina di Daniele Colucci a nuovo presidente del Tribunale di Larino – incarico che andrebbe a colmare il vuoto lasciato dal collega Michele Russo, trasferitosi a Benevento – avanzata dalla quinta commissione del Consiglio Superiore della Magistratura, rappresenterebbe una svolta di rilievo per l’intero sistema giudiziario del Basso Molise e, più in generale, per l’assetto della giurisdizione molisana.
Una scelta dal valore strategico in una fase complessa, segnata da profonde trasformazioni dell’amministrazione della giustizia, da carenze di organico strutturali e dalla necessità di restituire piena efficienza a un presidio giudiziario che negli ultimi anni ha vissuto stagioni di oggettiva fragilità.
Colucci, magistrato dalla solida esperienza, ha ricoperto incarichi che lo collocano tra i profili più tecnicamente autorevoli del distretto. La sua proposta di nomina non è un passaggio ordinario: è il risultato di una valutazione articolata, maturata dal Csm esaminando percorsi professionali, capacità organizzative e risultati conseguiti negli uffici già diretti o coordinati. Un riconoscimento, dunque, non solo individuale ma anche funzionale al rilancio di un presidio chiamato a coprire un territorio ampio, caratterizzato da realtà sociali, economiche e giudiziarie eterogenee.
La scelta si inserisce in un contesto in cui il Tribunale di Larino, nonostante il ridimensionamento degli organici e l’onda lunga delle riforme che negli anni ne hanno persino messo in discussione la sopravvivenza, ha continuato a rappresentare un punto di riferimento decisivo per cittadini, avvocati e istituzioni del territorio. La proposta del Csm assume inoltre un significato politico-istituzionale rilevante: dopo anni di dibattiti, ricorsi, ipotesi di accorpamenti, riorganizzazioni e pressioni delle comunità locali, la nomina di un presidente autorevole segnala la volontà di rafforzare il Tribunale di Larino, anziché relegarlo a semplice avamposto periferico.
È anche un messaggio diretto al Ministero della Giustizia: il Molise – e in particolare il Basso Molise – non può continuare a essere percepito come territorio marginale quando si parla di giurisdizione, sicurezza e amministrazione della giustizia.
La figura di Colucci garantisce, inoltre, una conoscenza approfondita della realtà molisana. Non si tratta di un magistrato “di passaggio”, ma di un professionista che negli anni ha maturato competenze, relazioni istituzionali e una lettura attenta delle esigenze locali. Un valore aggiunto in un momento in cui la credibilità degli uffici giudiziari è determinante per la fiducia dei cittadini e per la qualità della vita democratica.
Sebbene la proposta del Csm debba completare l’iter formale, il segnale è già chiaro: si punta su continuità, autorevolezza e capacità di governo degli uffici. Per Larino potrebbe aprirsi una fase nuova, basata su stabilità e rilancio operativo, in cui il ruolo del presidente torna a essere centrale nel ridisegno delle priorità e nel coordinamento delle attività. Adesso, la parola al Plenum.

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