Ha generato diverse polemiche, nei giorni scorsi, la scelta di consegnare un maialino vivo come primo premio nell’ambito della lotteria legata ai festeggiamenti di San Vincenzo Martire a Cercemaggiore.
Tra i primi ad intervenire sul caso la LNDC Animal Protection che ha inviato una lettera ufficiale agli enti competenti per chiedere la revoca immediata del premio. Un appello, però, caduto nel vuoto: l’animale infatti è stato consegnato al vincitore.
Secondo quanto riferisce l’associazione animalista, sul caso il sindaco non è intervenuto poiché la legge regionale non vieta espressamente tali pratiche.
L’associazione dunque ha deciso di andare avanti e ha inviato una lettera ufficiale al presidente della Regione Molise per chiedere l’introduzione di una norma regionale che vieti espressamente l’uso di animali vivi come premi, vincite o omaggi nelle manifestazioni pubbliche. «Una misura di civiltà già adottata da altre Regioni italiane che hanno scelto di tutelare il benessere animale e di dare un messaggio educativo alla collettività – spiegano dall’associazione -. Il sindaco ha dichiarato che la legge regionale non vieta espressamente tali pratiche. Ma, al di là dell’assenza di un divieto normativo, a vietare una simile scelta avrebbe dovuto essere la coscienza del primo cittadino, chiamato a dare l’esempio alla sua comunità. Un ruolo che comporta responsabilità educativa, rispetto ed empatia, valori che in questa vicenda sono stati clamorosamente disattesi.
Ridurre un essere vivente a “vincita” di una lotteria significa trasmettere alla collettività, e soprattutto alle giovani generazioni, l’idea che la vita animale possa essere trattata come un bene di consumo, privo di valore intrinseco e dignità. È questo il messaggio più grave che emerge da Cercemaggiore: un messaggio che offende la sensibilità di tanti cittadini e che tradisce i principi di civiltà che le istituzioni dovrebbero difendere».
«È una vergogna che nel 2025 si debba ancora assistere a episodi del genere – dichiara la presidente nazionale Piera Rosati -. Il sindaco avrebbe dovuto dare un segnale di rispetto e responsabilità, non trasformare un animale in un trofeo da esibire. Invece è stato trasmesso un messaggio diseducativo, crudele e lontano dall’evoluzione culturale del nostro Paese».
LNDC Animal Protection ribadisce la propria richiesta alla Regione Molise affinché segua l’esempio delle Regioni confinanti Abruzzo e Puglia, introducendo un chiaro divieto sull’uso di animali vivi come premi o omaggi. Solo così sarà possibile evitare il ripetersi di simili episodi e restituire dignità a manifestazioni che dovrebbero unire la comunità, non svilire la vita animale.
«La politica regionale deve raccogliere il sentire comune degli italiani, che mostrano sempre più sensibilità verso la protezione degli animali – conclude Rosati -. Vietare l’uso di animali come premi non è soltanto una scelta legislativa, ma un atto di civiltà e un messaggio educativo che le istituzioni hanno il dovere di dare».























