JELSI. Tragedia sfiorata mercoledì sera in un’abitazione del centro abitato di Jelsi, dove due bambini, una bimba di sette anni e un bimbo di appena due, entrambi di origine straniera, sono rimasti intossicati dal monossido di carbonio. I piccoli, trovati privi di sensi, sono stati soccorsi tempestivamente dai sanitari del 118 e trasportati in codice rosso all’ospedale “Cardarelli” di Campobasso.
Dopo un primo ricovero al Pronto soccorso, i medici del nosocomio regionale li hanno trasferiti in Pediatria, dove sono stati sottoposti ai primi trattamenti per contrastare gli effetti dell’intossicazione. In accordo con il Centro antiveleni nazionale, il team pediatrico ha disposto la somministrazione di alcune sedute di ossigenoterapia in camera iperbarica.
Contattata la dottoressa Molinaro, responsabile dell’iperbarica di Larino, è stato però deciso di trasferire entrambi i piccoli in una struttura pediatrica specializzata. Così, ieri mattina, due ambulanze li hanno condotti all’ospedale Santobono di Napoli, centro di riferimento per i casi di intossicazione da monossido in età infantile.
Fortunatamente, secondo quanto riferito da fonti sanitarie, i bambini non sarebbero in pericolo di vita. Le loro condizioni restano comunque sotto stretta osservazione.
Intanto, i Carabinieri della Stazione di Jelsi hanno avviato gli accertamenti per ricostruire la dinamica dell’accaduto. Dalle prime informazioni raccolte, pare che i due fossero soli in casa da alcune ore. La madre, che vive con loro, si era infatti recata proprio al “Cardarelli” per assistere il fratello ricoverato in Rianimazione, poi trasferito nella Stroke Unit. Non sapendo a chi affidare i figli, avrebbe deciso di lasciarli a casa, confidando nella maggiore, di soli sette anni.
A lanciare l’allarme sarebbero stati alcuni vicini di casa, insospettiti dall’assenza di rumori e dall’odore proveniente dall’abitazione. Entrati nell’appartamento, avrebbero trovato i piccoli riversi a terra e, con l’aiuto di altri residenti, li avrebbero trascinati all’esterno in attesa dei soccorsi.
Resta da chiarire l’origine del monossido di carbonio: si ipotizza una fuga da una stufa a gas difettosa, ma non si esclude l’uso di un braciere artigianale a carbone per riscaldare gli ambienti.
La prontezza dei soccorsi e la solidarietà dei vicini hanno evitato che l’episodio si trasformasse in tragedia. Le indagini proseguono per accertare ogni responsabilità e per capire con precisione come sia potuto accadere l’incidente.
ppm

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