C’era chi ipotizzava si potesse trattare dell’ultima vittima dell’alluvione delle Marche, il cadavere che ieri mattina è affiorato improvvisamente nello specchio d’acqua delle Isole Tremiti. A stabilire, per quanto possibile, identità e provenienza del corpo senza vita che per mesi è stato trasportato dalla corrente nel mare Adriatico saranno i medici legali a cui si affiderà la Procura di Foggia, competente per territorio. Indossava degli indumenti consumati dall’acqua salmastra, che apparivano come giallognoli, a primo acchito. C’è chi ritiene si tratti di un uomo, ma come detto tutto è rimandato all’esito dell’accertamento irripetibile anatomo-patologico. L’avvistamento è avvenuto a opera di isolani, che sulle prime lo avevano scambiato per una grossa tartaruga marina, a Cala Matano, uno dei luoghi più suggestivi delle Diomedee. Subito sono stati allertati i militari della Capitaneria di Porto di Termoli, che vantano a San Domino la delegazione di spiaggia, che ha fatto partire le operazioni di recupero del cadavere, poi trasportato con la motovedetta all’obitorio di Vieste, a disposizione della magistratura dauna. Un vero e proprio giallo, a cui gli inquirenti sono chiamati a dare una risposta, e soprattutto, volto e identità della persona deceduta in mare.

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