Una visita lampo, quella di ieri mattina del vicepremier Matteo Salvini in Molise, ma carica di annunci, impegni e parole d’ordine: cantieri, concretezza, attenzione al territorio. ministro delle Infrastrutture ha toccato numerosi temi, dalla viabilità ferroviaria alla sicurezza stradale, dalle tensioni internazionali all’autonomia, fino ai referendum e al terzo mandato. Ma al centro di tutto c’è un messaggio politico preciso: il Molise non è più una regione dimenticata. «Investire due miliardi di euro in opere pubbliche in Molise – ha dichiarato Salvini – significa restituire dignità a una terra che per troppo tempo è stata trattata come marginale. Oggi non si fanno più chiacchiere, si aprono cantieri veri, con soldi veri». Nel dettaglio, il ministro ha illustrato gli interventi infrastrutturali già in corso e quelli in programma, a partire dai 700 milioni di euro destinati al potenziamento della linea ferroviaria Termoli-Puglia. «Treni più veloci, più frequenti e soprattutto più sicuri», ha garantito, sottolineando che vigilerà personalmente sul rispetto delle scadenze: «Anziché convocare i sindaci molisani a Roma, sono venuto io qui. È un segnale politico forte, un cambio di passo».
Oltre al settore ferroviario, il piano include investimenti per migliorare strade, reti idriche e edilizia abitativa. Obiettivo: creare lavoro e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Salvini ha riservato un’attenzione particolare alle zone interne, troppo spesso escluse dai grandi piani infrastrutturali. «Mi sono impegnato con i sindaci del Molise interno a rivederci presto. È vero, non si può fare in due anni ciò che si attende da cinquanta, ma siamo sulla buona strada». Ha poi citato la zona di Venafro, garantendo tempi certi per gli interventi di collegamento con la Campania (Mignano Monte Lungo): «Ne ho parlato con il governatore Roberti, i fondi sono stati stanziati. Ora spetta ai tecnici fare la loro parte».
Particolarmente sentito il dossier sul viadotto del Sente, simbolo delle infrastrutture incompiute. «Sto pressando affinché si abbia al più presto una data certa per l’apertura del cantiere. Il Molise non può più aspettare».
Secondo Salvini, oggi l’Italia può investire con forza sulle infrastrutture: «Abbiamo 200 miliardi di euro in campo su scala nazionale. Dobbiamo far perdere meno tempo ai cittadini, ridurre gli incidenti, creare opportunità».
Non poteva mancare un riferimento alla sicurezza stradale. «Grazie al nuovo codice della strada – ha sottolineato il ministro – sono diminuiti morti, feriti e incidenti. È una delle soddisfazioni più grandi: salvare vite, ogni giorno».
Salvini ha anche evidenziato i dati positivi sull’occupazione: «Abbiamo il record di posti a tempo indeterminato. Il lavoro stabile è in aumento, la precarietà in calo. È un segnale importante, anche se c’è ancora molto da fare».
Sul fronte internazionale, il leader della Lega ha espresso preoccupazione per le guerre in corso. «La fine del conflitto tra Russia e Ucraina significherebbe salvare vite umane e rilanciare l’economia europea. Il governo italiano è impegnato in un’opera di mediazione. Se ci arrivassero segnali da Trump e dal Papa, potremmo davvero aprire uno spiraglio».
E sulla crisi in Medio Oriente: «Quando parlo di pace, lo faccio ovunque. Penso al diritto all’esistenza di Israele, ma anche alla sofferenza dei civili palestinesi. Serve un cessate il fuoco, a Gaza come a Gerusalemme. E va contrastato con forza l’antisemitismo, ancora troppo diffuso nel 2025».
Interpellato sui referendum promossi dalla Cgil, Salvini ha spiegato: «Rispetto chi ha raccolto le firme e chi andrà a votare. Io invece l’8 e il 9 giugno sarò in montagna o al mare con i miei figli. Sono contrario soprattutto al referendum sulla cittadinanza facile: l’Italia è già il Paese che concede più cittadinanze agli stranieri in Europa. Dimezzare i tempi significa trasformarla in un regalo. Non ci sto».
In merito alle polemiche sul rischio infiltrazioni negli appalti pubblici, il ministro ha tagliato corto: «Stiamo cercando di spendere tutto e di spendere bene. Io mi fido degli imprenditori italiani. Se dovessimo vedere il marcio ovunque, non faremmo nemmeno un tombino».
Infine, sul terzo mandato per sindaci e governatori: «Se un amministratore è bravo, il cittadino deve poterlo votare anche per diciotto volte. Non è facile trovare persone competenti. Se altri la pensano diversamente, amen. Ma io resto della mia idea».

























