Sempre più intrecciato a livello internazionale il futuro di Stellantis. «In un momento in cui l’economia europea ha difficoltà e il settore dell’automotive è in piena crisi, l’investimento di oltre un miliardo di euro in Marocco da parte di Stellantis appare quanto mai discutibile. Mi auguro che gli investimenti promessi nell’impianto di Termoli siano rispettati e non risentano di questa scelta aziendale». Così Aldo Patriciello, europarlamentare e membro della Commissione Industria del Parlamento europeo, ha commentato la recente notizia dell’espansione dell’impianto di Kenitra in Marocco che consentirà a Stellantis di portare la produzione ad almeno un milione di auto all’anno, con l’assunzione di 3.100 dipendenti e un investimento di 1,2 miliardi di euro. «Fa un certo effetto – ha detto Patriciello –sapere che Stellantis assumerà oltre tremila lavoratori in Marocco quando qui a Termoli ha negoziato l’uscita incentivata di 200 operai entro fine settembre. Certo, le due cose non sono direttamente collegate. Ma credo sia normale mantenere alto il livello di attenzione sugli investimenti promessi per lo stabilimento molisano. Non si tratta di mero campanilismo, sia chiaro, quanto piuttosto di mantenere alti i livelli di occupazione e di competitività di un settore che è strategico non solo per il territorio ma l’intero sistema-Paese». Intanto, proprio ieri, nell’assemblea straordinaria tenutasi ad Amsterdam sotto la presidenza di John Elkann, il gruppo Stellantis ha ratificato ufficialmente la nomina di Antonio Filosa come nuovo amministratore delegato (Ceo). La decisione, adottata all’unanimità lo scorso 28 maggio, segna un nuovo capitolo per il colosso automobilistico nato dalla fusione tra Fca e Psa. Filosa ha assunto la carica il 23 giugno, presentando contestualmente la sua nuova squadra dirigenziale. Con base operativa a Detroit, Michigan, il nuovo Ceo ha intrapreso nelle scorse settimane un intenso tour internazionale, visitando impianti e sedi Stellantis in diverse aree geografiche. Durante l’assemblea, John Elkann ha espresso pieno sostegno al nuovo leader: «Antonio Filosa ha mostrato una grande comprensione dell’azienda e del suo futuro. Ha ottenuto risultati sorprendenti in tutte le regioni in cui ha operato», ha dichiarato il presidente del gruppo. Attualità anche interregionale, con l’incontro sullo stabilimento di Atessa, per Marco Laviano: «Si leva con chiarezza e fermezza per richiamare l’attenzione su una questione strategica che va ben oltre i confini di uno stabilimento». Laviano rivendica con decisione la necessità di un rafforzamento concreto della produzione e delle certezze industriali, sottolineando come gli investimenti siano la chiave per garantire non solo il mantenimento del volume occupazionale a Stellantis Atessa, ma anche la valorizzazione dell’intero polo industriale. In questo contesto, l’invocazione al Ministero diventa una richiesta urgente affinché si faccia chiarezza sul destino della Gigafactory di Termoli, un progetto che, secondo Laviano, rischia di subire ritardi significativi se non accompagnato da conferme tempestive e da un impegno politico e imprenditoriale serio. Il suo appello si carica di una forte componente sociale, perché Stellantis, in quanto attore industriale di primo piano, deve assumersi pienamente la responsabilità sul territorio, dando garanzie e prospettive ai lavoratori e alle comunità coinvolte. Nel suo discorso emerge anche l’idea di una transizione intelligente: mentre si chiede il rafforzamento della produzione dei motori endotermici, si riconosce la necessità di avviare un processo di ibridizzazione che consenta una convergenza graduale verso nuovi modelli produttivi, conciliando sostenibilità e tutela occupazionale. Laviano non nasconde le criticità, ma con lucidità traccia un percorso fatto di concretezza e visione, ribadendo che senza scelte industriali forti e lungimiranti, si rischia di vanificare opportunità preziose per il futuro economico del Mezzogiorno e dell’Italia intera. Nel contesto della crisi industriale che investe Stellantis, in particolare lo stabilimento di Atessa, la voce della Fiom riecheggia ancora una volta. Da mesi impegnata a denunciare una crisi industriale profonda che altri faticano ancora a riconoscere, ha ottenuto l’incontro presso la Regione Abruzzo grazie alla sua pressione costante. Durante il confronto, ha illustrato le proprie preoccupazioni sulla situazione dello stabilimento Stellantis di Atessa e sull’indotto, evidenziando la carenza di investimenti rispetto allo stabilimento di Gliwice in Polonia. Ha sollevato la questione del drastico calo occupazionale: dai più di 6.000 addetti dell’ex Sevel si rischia di scendere sotto quota 4.500, con lavoratori coperti da contratti di solidarietà. Una condizione che ha forti ripercussioni sull’intero sistema produttivo locale.
La Fiom ha richiesto che la Regione si attivi presso il Governo per l’apertura di un tavolo nazionale sull’automotive a Palazzo Chigi, sottolineando l’urgenza di interventi concreti. Nonostante le dichiarazioni di Stellantis, non è arrivata una vera smentita alle parole dell’amministratore Imparato, solo una definizione come “esempio estremo”, lasciando ancora dubbi e incertezze. La posizione della Fiom è netta: servono chiarezza e certezze per il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno tengono in piedi l’economia industriale della regione.

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