Che sta succedendo nel mondo della movida? Ormai non è più quell’isola felice che un tempo era vocata solo al divertimento, ci sono aspetti diversi, e non certo solo in Molise. Di fatto, quanto successo nella notte tra mercoledì e ieri, grida davvero vendetta, perché getta un’ombra sull’ambiente dei buttafuori, dove è evidente da tempo una faida, innescata per dominare il settore e accaparrarsi i locali. Sarà questa la ragione alla base dell’agguato dalle modalità malavitose che ha gettato lo scompiglio sul litorale Nord di Termoli? Aggressione brutale, segnata da una violenza inaudita che ha sconvolto la città. Tutto ha inizio poco dopo mezzanotte sul lungomare Nord, presso uno stabilimento balneare che ospitava una festa molto frequentata. Un gruppo composto da circa dieci persone, con il volto travisato da passamontagna e armato di mazze e coltelli, agisce con determinazione e ferocia, arrivando via spiaggia. L’obiettivo non è generico: i bersagli sono gli addetti alla sicurezza del locale, professionisti incaricati da una società privata. Il gruppo circonda il buttafuori, 39enne di Campobasso, e lo colpisce con calci, pugni, sprangate. Durante l’aggressione viene estratto anche un coltello. Le ferite riportate dall’uomo — coltellate su tutto il corpo e trauma cranico — sono gravi ma, fortunatamente, non letali. Meno grave ma anch’egli colpito un ragazzo di 18 anni, collega della security. I Carabinieri intervenuti rapidamente hanno trovato la situazione già sfuggita: tutti gli aggressori si erano dileguati nel panico generale. La scena è apparsa da subito come un agguato premeditato, non una rissa improvvisata da fine serata. Il 39enne e il 18enne sono stati poi presi in carico dai medici del Pronto soccorso dell’ospedale San Timoteo. La mancanza di telecamere di sorveglianza nella zona ha complicato le indagini, ora concentrate anche sulle società che gestiscono la sicurezza nei locali, ipotizzando rivalità interne o regolamenti di conti nel fragile equilibrio della “movida protetta”. Le forze dell’ordine sono ora a caccia di prove e testimonianze per ricostruire la filiera delle responsabilità e capire se dietro questi episodi si celi una strategia di intimidazione contro specifiche persone o società. La notte di Termoli, solitamente animata da musica e risate, si è trasformata in un campo minato dove l’appuntamento con il divertimento si è infranto contro la brutalità studiata nei minimi dettagli. Resta una ferita aperta nella sicurezza cittadina e una domanda inquietante: quanto è profondo il conflitto sotterraneo che si sta combattendo sulle nostre spiagge, lontano dagli sguardi dei più.

























