Una notte di musica trasformata in incubo: è questo lo scenario che si è consumato sulla spiaggia di Termoli tra mercoledì e giovedì, quando un buttafuori di 39 anni è stato vittima di un agguato feroce durante un evento musicale. Lesioni personali aggravate e porto abusivo di armi sono i reati al centro delle indagini avviate dai Carabinieri, che lavorano senza sosta per fare luce su un episodio che ha sconvolto l’intera comunità. Un gruppo di uomini incappucciati, organizzati e determinati, ha colpito senza esitazione. Nessun avvertimento, nessuna parola, solo violenza cieca: un blitz fulmineo che ha lasciato a terra sangue e paura. La vittima, raggiunta da otto fendenti e colpita anche con mazze di ferro e tirapugni, è stata trasportata d’urgenza in ospedale. Nonostante le gravi ferite e la forte perdita di sangue, i colpi non hanno lesionato organi vitali e il 39enne è ora fuori pericolo, seppur provato nel corpo e nello spirito. Fondamentale per gli inquirenti sarà la sua testimonianza. Lo stesso uomo, poche ore dopo l’aggressione, ha affidato ai social un racconto diretto e durissimo, che riportiamo ampiamente: «Mentre ero in servizio presso un lido del lungomare di Termoli, ho subito un agguato omicida, da dieci balordi, studiato nei minimi dettagli. Sapevano che ero solo, e conoscevano la mia posizione, accanto alla consolle, di spalle alla spiaggia dalla quale hanno fatto irruzione. Ho rischiato di perdere la vita, ho ricevuto otto fendenti in diverse parti del corpo, e una volta a terra, hanno continuato a colpirmi con mazze di ferro e tirapugni. Ringrazio chi ha messo a repentaglio la sua incolumità, permettendomi di divincolarmi, e le persone che mi sono state vicino anche solo con un semplice messaggio. So perfettamente chi sono i colpevoli, e pagheranno per quello che hanno fatto, le frasi ad effetto scritte sui social, per discolparsi, asserendo di “essere estranei ai fatti”, lasciano il tempo che trovano. Ricordati che se tu fossi uomo avresti dovuto affrontarmi faccia a faccia, ma dal momento che non hai un briciolo di pudore e di attributi, mi attacchi alle spalle pontando di tuo seguito una decina di dieci acquaianti armati fino ai denti. Mi temi così tanto che non hai mai avuto le palle di affrontarti di persona, hai solo fatto scena con post e minacce che lasciano il tempo che trovano». Parole che fotografano la brutalità dell’episodio e gettano luce su un possibile movente legato a rancori personali. Intanto, le indagini proseguono serrate: i Carabinieri, guidati dal tenente colonnello Alessandro Vergine e in costante contatto con la Procura, stanno esaminando le immagini di videosorveglianza, ascoltando testimoni e passando al setaccio ogni dettaglio utile. Nel frattempo, la città è sotto shock. Nei bar, sui social, per strada: non si parla d’altro. Un’aggressione di questa portata, nel cuore di un evento festoso, incrina la percezione di sicurezza e lascia aperti interrogativi inquietanti sul grado di violenza a cui si è giunti. La comunità attende risposte, mentre cresce l’attesa per sviluppi che possano riportare un senso di giustizia e rassicurazione.

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