Le indagini dell’Arma dei Carabinieri, coordinate dalla Procura di Larino, dopo l’agguato ai danni del 39enne buttafuori di Campobasso, ‘in servizio’ in un lido termolese del lungomare Nord, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, travalicherebbero il confine tra Molise e Abruzzo. E’ quanto riporta la stampa abruzzese. Gli aggressori, volti coperti da cappellini e passamontagna, hanno colpito il vigilante con otto fendenti, lasciandolo a terra in una pozza di sangue. Miracolosamente, la vittima non è in pericolo di vita: fatale sarebbe stato il ritardo dei soccorsi se non fosse intervenuto un collega, anch’egli rimasto ferito nel concitato tentativo di evitare il peggio. Gli investigatori dell’Arma dei Carabinieri stanno ricostruendo minuziosamente i minuti della spedizione. Appare chiaro fin da subito che l’aggressione sia stata pianificata con cura: i giovani, presumibilmente del posto o dei dintorni, hanno agito indossando abiti e accessori utili a non farsi riconoscere. Eppure, nonostante i loro stratagemmi, la vittima – poco prima di perdere conoscenza – avrebbe notato dettagli importanti sulle movenze e sui tratti fisici di alcuni dei componenti del gruppo. In un primo momento, gli investigatori hanno pensato ad una vendetta messa in atto da una banda rivale impegnata anch’essa nel settore della sicurezza privata: rivalità, incarichi saltati, questioni di territorio. Tuttavia, con il passare delle ore e dopo numerose testimonianze raccolte, la pista investigativa ha subito una svolta inaspettata. Si allarga il perimetro delle indagini: dalla città di Termoli ci si muove verso il Vastese e in particolare verso San Salvo e Vasto. Pare infatti che la “spedizione” potrebbe essere collegata a regolamenti di conti tra gruppi giovanili o, più inquietante ancora, a dinamiche criminali più profonde che coinvolgono piccoli boss emergenti dell’area tra Abruzzo e Molise. Gli inquirenti stanno vagliando le immagini delle telecamere di sorveglianza e incrociando decine di testimonianze, nella speranza di dare un nome e un volto ai responsabili. Il fatto che uno degli aggressori possa essersi lasciato sfuggire un dettaglio, un accento, perfino una parte del volto, potrebbe essere la chiave di svolta.


























