L’ospedale San Timoteo, spesso al centro di dibattiti politici e preoccupazioni cittadine, negli ultimi due anni ha vissuto una trasformazione che, pur tra criticità ancora presenti, segna un cambio di passo rispetto al recente passato. A raccontarlo è Roberto Di Pardo, che mette in evidenza luci e ombre della sanità termolese. «La situazione reale – spiega – è di un ospedale che in due anni è tornato a funzionare. Rispetto al 2023, oggi il San Timoteo è una struttura diversa: ogni reparto ha il suo primario e il primo ottobre arriverà anche quello di chirurgia. Abbiamo eccellenze che lavorano qui, e lo dimostrano i numeri. In ortopedia, ad esempio, siamo passati da 300 interventi nel 2023 a 750 nel 2024. A settembre 2025 siamo già a 450, con la prospettiva di confermare i dati dello scorso anno». Un cambio evidente anche in ginecologia e ostetricia, grazie al ritorno del dottor Enzo Biondelli. «Con lui – aggiunge Di Pardo – il reparto ha avuto una svolta, ma va riconosciuto il merito anche a chi, nei momenti più difficili, ha tenuto in piedi il servizio». Il rilancio riguarda anche la cardiologia, con l’unità di emodinamica attiva 24 ore su 24. «Nel 2022 io stesso ho avuto bisogno di quel reparto – ricorda – e se fosse successo 24 ore prima, quando non era ancora operativo h24, forse oggi non sarei qui. Oggi invece abbiamo un servizio che salva vite ogni giorno». Rimangono però nodi cruciali. Il più urgente è la carenza di personale infermieristico. «I concorsi sono stati fatti per i medici, non ancora per gli infermieri. È una falla che pesa, soprattutto al pronto soccorso, dove d’estate gli accessi raddoppiano o triplicano. Eppure, molti infermieri rinunciano alle ferie pur di garantire assistenza». Un altro problema è l’uso improprio del pronto soccorso: «L’80% degli accessi sono codici bianchi. In Veneto chi si presenta per casi non urgenti paga 25 euro a prestazione. Qui no, ma questo modello ridurrebbe gli abusi». Sul piano politico, il tema del commissariamento della sanità molisana. «Per uscirne – sottolinea – bisogna evitare disavanzi, ma il Molise parte svantaggiato: con tre ospedali più quello di Agnone i costi si moltiplicano. Servono risorse statali adeguate, almeno 750-780 milioni l’anno, per coprire spese ormai esplose: farmaci, energia, smaltimento rifiuti. Finché non arriverà questo sostegno, il disavanzo resterà strutturale».

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