Tra i nodi da sciogliere per il futuro del territorio c’è quello relativo alla vertenza Stellantis, ne abbiamo parlato col senatore di Fdi, Costanzo Della Porta. «Sul fronte industriale, non parliamo soltanto di Termoli, ma di una questione che riguarda tutti gli stabilimenti Stellantis in Italia e all’estero. Il governo attende la presentazione del nuovo piano industriale: l’amministratore delegato Filosa, che ha preso il posto di Tavares, ha mostrato un approccio diverso e si è preso del tempo, giustamente, per portare al tavolo governativo un progetto che ridisegni il futuro dell’azienda. Attendiamo di conoscere le proposte, per capire come il governo Meloni potrà intervenire a sostegno di un settore in crisi ma al tempo stesso fondamentale come l’automotive. È evidente che, in un clima simile, i lavoratori abbiano paura per il proprio futuro. A Termoli si parla di un nuovo cambio destinato alle vetture ibride, ma anche questo rientra nel piano che l’azienda dovrà illustrare alle istituzioni. Mi auguro che lo faccia al più presto, perché le maestranze hanno bisogno di certezze: non importa se si produrranno motori, cambi o batterie, l’importante è garantire continuità occupazionale. Il lavoro è la priorità assoluta. Il nodo principale, però, riguarda la cornice normativa europea: il Green Deal. L’Europa ha fissato il 2035 come termine per lo stop alle auto con motore endotermico, ma il governo italiano ha chiesto un rinvio, ritenendo la scadenza troppo ravvicinata. A questa posizione si sono accodati anche altri Paesi. Se l’Unione europea deciderà comunque di accelerare verso il full electric, dovrà necessariamente mettere in campo risorse economiche, perché non si può chiedere agli imprenditori di andare contro un mercato che non è ancora pronto senza fornire adeguati strumenti di sostegno. L’attenzione del governo non riguarda solo Termoli ma l’intero comparto industriale dell’automotive. Certo, Termoli oggi si trova in una fase di limbo: la normativa europea aveva aperto alla possibilità della Gigafactory, ipotesi che non è stata affatto scartata. Tuttavia, è necessario calibrare meglio le richieste dell’Europa, che in certi aspetti risultano vessatorie rispetto alle reali condizioni di mercato. Credo che nel giro di qualche mese avremo notizie più concrete da comunicare».

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