Si riaccendono i riflettori sul giallo del 15 settembre scorso, quando il 38enne Andrea Costantini fu trovato senza vita all’interno di una cella frigorifera di un supermercato di Termoli, dove lavorava da tempo, l’Eurospin di via Corsica. A quasi due mesi da quella tragica scoperta, la Procura di Larino prosegue le indagini per fare piena luce sulle cause del decesso, mentre la famiglia della vittima continua a respingere con forza l’ipotesi del suicidio. Nelle ultime ore i genitori dell’uomo, residenti a Penne (Pescara), sono stati ascoltati dai carabinieri del luogo su delega della Procura molisana. La coppia, assistita dall’avvocato Piero Lorusso, ha confermato punto per punto le perplessità già espresse nella denuncia formale presentata nelle scorse settimane. «Non possiamo accettare che si parli di suicidio — avrebbero ribadito — nostro figlio non avrebbe mai compiuto un gesto simile. Chiediamo che si indaghi a fondo, anche nelle direzioni dell’omicidio o dell’istigazione al suicidio». Nel documento depositato alla magistratura, i familiari hanno segnalato elementi ritenuti incompatibili con un gesto volontario. Tra questi, «strani segni intorno al collo che fanno fortemente presumere uno strangolamento», come si legge nel testo della denuncia. Gli stessi genitori avrebbero inoltre riferito ai militari di pesanti tensioni familiari e di possibili episodi di violenza domestica che avrebbero preceduto la tragedia. Tra i punti ancora da chiarire anche il destino dell’automobile di Andrea, trovata davanti al supermercato e venduta poco dopo la morte, senza essere stata sottoposta ad analisi. Gli inquirenti stanno inoltre esaminando un biglietto rinvenuto nella giacca dell’uomo, ora sotto sequestro e oggetto di perizia grafologica, poiché la calligrafia apparirebbe non riconducibile alla vittima. L’inchiesta, formalmente avviata con l’ipotesi di omicidio e istigazione al suicidio contro ignoti, si muove su più fronti. Gli inquirenti valutano nuovi accertamenti medico-legali e la possibilità di acquisire ulteriori testimonianze per chiarire se la morte sia avvenuta nel luogo del ritrovamento o altrove. Un’indagine delicata, che tocca sentimenti profondi e apre interrogativi ancora senza risposta in una comunità, quella termolese, scossa da una vicenda tanto drammatica quanto misteriosa. Ieri sera, la vicenda è tornata al centro dell’attenzione nazionale anche a seguito della diffusione televisiva di un servizio che ha riproposto la testimonianza dei genitori e mostrato immagini del corpo della vittima. Durante la trasmissione, sono state rilanciate ipotesi e accuse nei confronti della compagna di Andrea, che ora interviene attraverso la propria legale, l’avvocata Paola Cecchi, per smentire categoricamente quanto emerso. «In qualità di legale della compagna del signor Andrea Costantini, tragicamente deceduto in circostanze tuttora oggetto di approfondimento da parte dell’Autorità giudiziaria, intendo nuovamente fornire alcune doverose precisazioni alla luce delle notizie circolate nelle ultime ore, alcune delle quali risultano incomplete, fuorvianti o del tutto infondate, con grave pregiudizio per la dignità della mia assistita e del figlio minore. A oggi non risulta alcun elemento oggettivo che possa anche solo suggerire un coinvolgimento della compagna in questa triste vicenda. Si precisa inoltre che non corrisponde al vero quanto riferito circa una presunta separazione della coppia: i due condividevano una normale vita affettiva e una progettualità comune.
In tale prospettiva, si sottolinea che il signor Costantini non aveva manifestato intenzione di tornare a lavorare nell’azienda familiare, la quale – come noto – era stata ceduta a terzi. I genitori del defunto ne risultano oggi meri gestori, dichiarazione avvalorata da un contratto di affitto tra il signor Gennaro Costantini ed il nuovo proprietario della predetta azienda agricola. Al contrario, come già dichiarato, il signor Costantini aveva recentemente acquistato un terreno agricolo nel Comune di Termoli, fatto che conferma la volontà di costruire un progetto di vita stabile nella località di residenza insieme alla propria compagna, che mal si concilia con la narrativa di un rientro presso la famiglia d’origine. È altresì infondato quanto sostenuto in merito alla sottoscrizione di una polizza vita “poco prima della morte”: invero la polizza di cui si è parlato risulta essere stata regolarmente stipulata nel 2021, successivamente alla diagnosi di fibromialgia, senza alcun nesso con gli eventi oggetto di attenzione mediatica. Si esprime inoltre profonda preoccupazione per la recente diffusione televisiva di fotografie del corpo del signor Costantini, immagini estremamente delicate che mostrano segni nella zona del collo. La mia assistita non era mai stata messa a conoscenza di tali immagini prima della loro divulgazione televisiva; apprenderle in diretta rappresenta un fatto di particolare gravità. La diffusione di contenuti così sensibili, al di fuori di un contesto strettamente investigativo, rischia di arrecare gravissimo pregiudizio al figlio minore, che ha soli undici anni e che, tramite la normale fruizione dei media, potrebbe essere esposto alla visione di immagini traumatiche e venire a conoscenza, in modo inappropriato, delle circostanze della morte del padre e delle accuse rivolte alla madre. Pur riconoscendo il diritto di approfondire ogni elemento utile alla ricerca della verità, si ritiene imprescindibile che ciò avvenga senza ledere la dignità delle persone coinvolte, senza esporre il minore a traumi e senza ricorrere a modalità di esposizione mediatica potenzialmente dannose». La donna ha ribadito alla trasmissione di RaiUno “La Vita in Diretta” la propria estraneità ai fatti: «A casa nostra l’unico modo per alzare le mani era per abbracciarci o per darci una carezza. Andrea era la mia vita, non posso credere che qualcuno pensi che gli abbia fatto del male.» Sulla vendita dell’auto, ha poi chiarito: «Non l’ho venduta subito, e ho informato i genitori. L’ho ceduta solo per far fronte alle spese e per far mangiare nostro figlio. Non riuscivo più a vederla davanti casa: ogni volta che passavo pensavo che lui sarebbe tornato». «Vivo nel terrore che possa scoprire la verità in modo traumatico. Sa soltanto che suo padre ha avuto un incidente. Il mio unico pensiero è proteggerlo, dargli il tempo e il supporto psicologico necessari per affrontare ciò che è successo». La Procura di Larino mantiene al momento il massimo riserbo, ma non si esclude che, alla luce delle nuove dichiarazioni, vengano disposti ulteriori esami medico-legali o acquisizioni di prove e testimonianze, tra l’altro proprio nel lancio del collegamento di ieri sera, il conduttore Alberto Matano ha parlato dell’esistenza di due supertestimoni. L’obiettivo degli inquirenti è chiarire in maniera definitiva se la morte di Andrea Costantini sia stata il risultato di un gesto estremo o se dietro vi siano responsabilità di terzi.

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