La vertenza Stellantis torna al centro del confronto istituzionale e sindacale in Molise, in un passaggio che segna la fine dell’anno ma soprattutto apre una fase decisiva per il futuro industriale dello stabilimento di Termoli. Ieri mattina, lunedì 22 dicembre 2025, a Palazzo Vitale, il presidente della Regione Molise Francesco Roberti e l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Di Lucente hanno incontrato le organizzazioni sindacali del comparto automotive per un confronto articolato sul presente e, soprattutto, sulle prospettive del sito produttivo più importante della regione.
Un incontro non rituale, ma conseguente al recente appuntamento istituzionale svoltosi a Roma, durante il quale Roberti e Di Lucente hanno avuto un faccia a faccia con il eo di Stellantis Enlarged Europe, l’ingegner Emanuele Cappellano. Al centro di quel confronto, il futuro degli investimenti del gruppo in Molise, il destino produttivo di Termoli e la collocazione dello stabilimento all’interno del nuovo scenario europeo dell’automotive, profondamente segnato dalla transizione energetica, dalle incertezze sui tempi e dalle recenti aperture di Bruxelles.
A Palazzo Vitale, dunque, si è fatto il punto su una vertenza che ha assunto da tempo una dimensione strategica non solo per il Molise, ma per l’intero sistema industriale del Centro-Sud. Sul tavolo, la situazione produttiva attuale, gli scenari futuri, il percorso in atto a livello nazionale e la necessità, ribadita con forza da tutte le parti, di garantire tutela occupazionale e continuità industriale a un sito che dà lavoro a migliaia di persone, tra diretti e indotto.
«Il confronto con le organizzazioni sindacali rappresenta un passaggio fondamentale per affrontare una vertenza strategica come quella di Stellantis», ha dichiarato il presidente della Regione Molise Francesco Roberti. «Dopo l’incontro di Roma con i vertici aziendali, abbiamo ritenuto doveroso condividere con le parti sociali lo stato del dialogo istituzionale e il lavoro che la Regione Molise sta portando avanti, in raccordo con il Governo nazionale, per difendere il ruolo industriale dello stabilimento di Termoli. La priorità resta la salvaguardia dei livelli occupazionali e la costruzione di prospettive produttive solide e durature per il territorio».
Parole che segnano una linea politica chiara: nessuna gestione emergenziale fine a se stessa, ma la ricerca di un percorso strutturato che tenga insieme lavoro, investimenti e politiche industriali. «Stiamo portando avanti un lavoro con tutte le parti in causa – ha aggiunto Roberti – partendo dal presupposto, così come è emerso dall’incontro di Roma di qualche giorno fa, che lo stabilimento di Termoli resta un punto rilevante nel piano industriale dell’azienda. L’incontro del prossimo 15 gennaio sarà di fondamentale importanza».
Una data, quella del 15 gennaio, che ricorre come un filo rosso in tutti gli interventi e che rappresenta il vero snodo della vertenza. In quella occasione, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si tornerà a sedere allo stesso tavolo con Stellantis, il Governo e le Regioni coinvolte, per capire se e come dare concretezza alle aperture emerse nelle ultime settimane.
Nel dettaglio, l’assessore regionale alle Attività produttive Andrea Di Lucente ha illustrato ai sindacati i contenuti del confronto romano e lo stato delle interlocuzioni in corso. «Il confronto di questa mattina con il presidente Roberti e le organizzazioni sindacali è stato importante e costruttivo – ha spiegato – perché ci ha permesso di condividere in modo trasparente lo stato dell’arte e le prospettive per lo stabilimento di Termoli e per l’intero territorio».
Di Lucente ha riferito ai sindacati i temi affrontati con il responsabile di Stellantis Europe, sottolineando un elemento che, pur nella prudenza generale, rappresenta una possibile svolta: «Dal recente incontro con l’ingegner Cappellano è emersa un’apertura significativa per iniziare a ragionare sullo sviluppo di un nuovo motore nello stabilimento di Termoli. Un passaggio che riteniamo strategico e che intendiamo approfondire nel prossimo incontro del 15 gennaio al Mimit, insieme al Ministero e a Stellantis, per capire come reperire le risorse necessarie allo sviluppo di questo sito produttivo».
Un’ipotesi, quella del nuovo motore, che si colloca però in una prospettiva di medio-lungo periodo e che non risolve, da sola, le criticità immediate. «In questo momento – ha chiarito Di Lucente anche a margine dell’incontro – le prospettive per i prossimi due anni sicuramente non sono delle migliori, perché sappiamo che qualunque investimento industriale produce effetti nel tempo, non nel breve periodo». Da qui la necessità di affiancare alla strategia industriale misure di salvaguardia occupazionale.
«Con i sindacati – ha aggiunto – abbiamo deciso di chiedere a stretto giro nuove iniziative per la tutela dei lavoratori. Parallelamente stiamo lavorando all’area di crisi complessa, insieme all’Abruzzo e al Ministero. È un percorso che stiamo costruendo passo dopo passo, con incontri settimanali, e che contiamo di completare entro marzo, con particolare attenzione alle politiche attive per il lavoro».
Il confronto ha dato spazio anche alle voci sindacali, che hanno accolto positivamente l’apertura di un tavolo istituzionale completo, ma senza rinunciare a una lettura critica del quadro complessivo. Paolo De Socio ha parlato di un risultato ottenuto anche grazie alla mobilitazione delle ultime settimane: «Finalmente un tavolo completo, che credo sia frutto anche della mobilitazione che lavoratori, lavoratrici e sindacati hanno messo in campo. Ora bisogna ragionare su più fronti».
Per il sindacato, l’emergenza è duplice. «C’è innanzitutto da tamponare una situazione determinata dalla cassa integrazione diffusa, dagli esuberi che gravano sullo stabilimento e dall’impossibilità, ormai imminente, di ricorrere ai pensionamenti anticipati. Ma poi c’è una questione più ampia che riguarda il destino delle aree industriali di Termoli e dell’intero Molise». Sul fallimento del progetto Gigafactory, il giudizio è netto: «Quel sogno è naufragato. Ora si parla di possibili altri investitori, ma non possiamo limitarci a rinviare le scelte. È vero che l’Europa ha dilazionato i tempi della transizione, ma questo non può diventare un alibi. La concorrenza globale non si affronta nascondendo la polvere sotto il tappeto».
De Socio richiama il tema della ricerca e dell’innovazione: «Servono investitori seri, capaci di portare capitali e sviluppo tecnologico. La transizione prima o poi imporrà le sue regole: il Patto di Parigi è del 2015, oggi siamo nel 2025. Non possiamo pensare di restare fuori da un mercato competitivo continuando a produrre senza una visione di lungo periodo». Un messaggio che chiama in causa anche le responsabilità delle istituzioni: «C’è bisogno di politiche energetiche e industriali chiare, a livello regionale e nazionale. In questo momento, onestamente, queste politiche non si vedono nemmeno nella legge di bilancio». La vertenza Stellantis, dunque, resta aperta e complessa. Il Molise prova a fare sistema, consapevole che il futuro di Termoli non si gioca solo su un singolo investimento, ma sulla capacità di tenere insieme lavoro, innovazione e politica industriale. Il 15 gennaio sarà il primo vero banco di prova. Da lì, il confronto entrerà nel vivo.

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