Monsignor Camillo Cibotti, vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro, assumerà anche la guida della millenaria Diocesi di Trivento. La decisione della Santa Sede di unire le due diocesi sotto la guida di un unico vescovo è stata ufficializzata attraverso un comunicato diffuso ieri alle 11.45 di ieri. Non a caso, il clero delle due istituzioni religiose era stato convocato per la mattinata, in attesa dell’annuncio ufficiale.
A Trivento, il messaggio della Santa Sede è stato letto ai sacerdoti e ai fedeli presenti nella cattedrale dall’ex vescovo Claudio Palumbo, che
sabato scorso ha preso possesso della Diocesi di Termoli.
«Il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Trivento – si legge nel comunicato della Santa Sede – S.E. Mons. Camillo Cibotti, Vescovo della Diocesi di Isernia-Venafro, unendo le due sedi in persona Episcopi». Subito dopo, le campane della cattedrale hanno suonato a distesa per annunciare la notizia.
La scelta della Santa Sede era stata preannunciata da un messaggio inviato il giorno precedente al clero delle due Diocesi, che convocava sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli per il 24 febbraio 2025 alle ore 11.45 nella cattedrale di Trivento per un’importante comunicazione. Il fatto che fossero trascorsi oltre due mesi dalla nomina di monsignor Claudio Palumbo a Termoli lasciava presagire un cambiamento significativo per la Diocesi trignina.
Nel mese scorso, centinaia di fedeli avevano espresso la loro preoccupazione per il futuro della Diocesi, simbolicamente abbracciando la storica cattedrale di Trivento, che per oltre mille anni ha rappresentato un punto di riferimento spirituale per un vasto territorio, includendo fino a 50 anni fa anche alcuni comuni della provincia dell’Aquila.
Le reazioni immediate, soprattutto da parte dei fedeli, non sono state particolarmente entusiaste. Molti vedono la Diocesi di Trivento come un’istituzione plurisecolare che ha superato guerre, cambi di regime e crisi economiche senza mai essere messa in discussione. Tuttavia, sia il vescovo uscente sia il nuovo pastore hanno sottolineato che, secondo il diritto canonico, questa non rappresenta un accorpamento definitivo, ma una gestione unificata delle due Diocesi. Non è la prima volta che un vescovo di Isernia guida anche Trivento: in passato, per circa tre anni, la stessa situazione è accaduta fino alla nomina di un nuovo vescovo.
«In data odierna (ieri, ndr), alle 11.45, nella Cattedrale di Trivento – ha spiegato don Erminio Gallo, cancelliere della Diocesi – è stato dato l’annuncio della nomina di Monsignor Camillo Cibotti a nuovo vescovo della Diocesi di Trivento. Il nuovo pastore unisce nella sua persona la guida e la cura spirituale e pastorale di due Diocesi: quella di Isernia-Venafro e quella di Trivento, le quali conservano rispettivamente il loro stato giuridico. L’Amministratore Apostolico, il clero, i religiosi, le religiose, i seminaristi e tutto il popolo di Dio della Diocesi di Trivento accolgono e salutano con gioia il loro nuovo pastore e, contestualmente, ringraziano monsignor Claudio Palumbo per il suo servizio pastorale svolto con dedizione per ben sette anni».
Reazioni di segno opposto anche tra i sacerdoti che hanno presenziato nella cattedrale alla lettura della nota di nomina diffusa dal Vaticano. Qualcuno ha dimostrato entusiasmo, qualcun altro ha preferito trincerarsi dietro un laconico «no comment». La sensazione raccolta è di forte (e comprensibile) delusione.
«Le nostre piccole realtà sapranno conservare radici culturali e religiose»
Subito dopo la nomina il nuovo vescovo della Diocesi di Trivento monsignor Camillo Cibotti, il cui insediamento dovrebbe tenersi dopo Pasqua, ha rivolto un messaggio di saluto ai fedeli. «Carissimi Fratelli nel presbiterato, Sorelle religiose e fratelli religiosi, Diaconi, Seminaristi, Fratelli e sorelle nel Battesimo, della Diocesi di Trivento – si legge nel suo messaggio – rivolgo a voi il mio più cordiale e sincero augurio di pace e gioia nel Signore Gesù Cristo, come vostro nuovo Vescovo. Lo stesso saluto ed augurio desidero profondamente porgere a tutte le Autorità civili e militari, nonché a tutti i membri delle Associazioni, dei Gruppi e dei Movimenti presenti sul territorio. Il Santo Padre, Papa Francesco, nella Sua benevolenza ha designato me all’esimia Cattedra di San Casto, succedendo al mio amato predecessore, figlio della
Diocesi di Isernia-Venafro, S. E. Mons. Claudio Palumbo, che nel 2017 ho ordinato vostro Vescovo e che ho accompagnato in questa sede episcopale tra ali di folla festanti. A lui, fratello nel servizio episcopale e Vescovo di Termoli-Larino, porgo il mio affettuoso saluto ed abbraccio, profondamente grato al Signore per il bene che ha saputo seminare e far fruttificare in questa Comunità. Sentimenti di profonda stima e gratitudine mi uniscono anche al Vescovo emerito di questa Diocesi, S. E. Mons. Domenico Angelo Scotti: se posso già guardarvi e riconoscervi come “fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona” lo devo a lui, che non hai mai smesso di esservi padre nella fede. In profonda comunione con loro e con tutti i Vescovi che mi hanno preceduto desidero vivere il mio ministero episcopale: non semplicemente in mezzo a voi, ma insieme a voi. La decisione della Santa Sede, infatti, non rappresenta per noi una sfida, ma una opportunità. Mentre chiede a tutti noi la docilità all’azione dello Spirito e la disponibilità al cambiamento, consegna alle nostre vite un dono più prezioso: la possibilità di vivere il “procedere insieme” che la Chiesa definisce cammino sinodale, cammino nel quale sono impegnate tutte le chiese d’Italia. Le nostre piccole realtà, quella di Trivento e quella di Isernia-Venafro, sapranno testimoniare che è possibile conservare identità e radici culturali e religiose, pur aprendole alle novità e alla condivisione, al confronto e alla comunione. In questo, sappiate che io sono e sarò al vostro fianco: non come chi intende aprire una strada, ma come chi desidera tracciarla insieme a voi. Vi assicuro che vengo tra voi “in debolezza e con molto timore e trepidazione; la mia parola e il mio messaggio” non si baseranno “su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza”, perché traspaia quanto sento profondamente nel cuore e quanto credo fermamente, perché la nostra fede è fondata “sulla potenza di Dio”, che è l’Amore. L’intercessione dei Santi Patroni Nazario, Celso e Vittore, ci sia di aiuto e di sostegno. E la continua invocazione della Beata Vergine Maria Santissima di Canneto, ci renda sicuri nel cammino: “Non tibi sit grave dicere mater ave” recita il mio motto e vive già ora il mio cuore, in comunione con voi, perché a Lei incessantemente vi affido».























