Acqua che manca, bollette che esplodono, servizi che si riducono. E Comuni costretti ad anticipare somme ingenti senza rivederle indietro. La gestione delle risorse idriche in Molise, affidata da pochi anni alla società Grim, è sempre più al centro di polemiche e preoccupazioni, soprattutto nei piccoli centri dell’entroterra.
A sollevare con forza la questione è il sindaco di Montaquila, Marciano Ricci, che non usa toni urlati ma parole pesanti, perché pesante è la situazione che, da mesi, si trovano a vivere cittadini e amministrazioni.
«Da settimane – spiega Ricci – i rubinetti vengono chiusi sistematicamente dalle 23 alle 5 del mattino successivo per una presunta carenza d’acqua nei serbatoi. Parliamo di interruzioni programmate che durano nel tempo e che stanno creando disagi enormi alle famiglie». Una misura che, sottolinea il primo cittadino, appare ancora più incomprensibile in un periodo dell’anno caratterizzato da piogge abbondanti, quando sorgenti e invasi dovrebbero naturalmente rimpinguarsi. «Se in questo periodo dell’anno siamo costretti a razionare l’acqua – si chiede Ricci – cosa accadrà la prossima estate?».
E aggiunge: «Sono sindaco da sette anni e mezzo. Tranne per qualche piccola difficoltà all’inizio del mandato – difficoltà tra l’altro ereditata – a Montaquila abbiamo sempre avuto acqua a sufficienza. Da quando la gestione delle rete non è più competenza del Municipio, sono cominciati i disservizi»
Ma il problema non è solo la continuità del servizio. A preoccupare, e non poco, sono anche i costi. «Stiamo parlando di bollette che, in alcuni casi, superano i mille euro – racconta il sindaco – con fatture da 1.300, 1.400 euro recapitate a famiglie normali, spesso monoreddito. E allora mi chiedo, e chiedo a chi governa questo sistema: come fa un padre di famiglia a portare un piatto di pasta a casa se deve destinare oltre mille euro all’acqua?».
Un interrogativo che va dritto al cuore della questione: l’acqua come bene primario e inalienabile, indispensabile alla vita quotidiana. «Parliamo di acqua – rimarca Ricci – un bene essenziale che alla fonte non costa praticamente nulla, ma che per i cittadini sta diventando un lusso».
Il quadro si fa ancora più critico se si guarda ai rapporti economici tra Grim e gli enti locali. Il Comune di Montaquila, denuncia il sindaco, ha anticipato circa 400mila euro che la società dovrebbe restituire da tempo. «Abbiamo avuto rassicurazioni, anche scritte – afferma – ma ad oggi non è rientrato un euro. Le casse di un piccolo Comune come il nostro non hanno la capacità di reggere un ammanco di queste dimensioni. È un colpo durissimo agli equilibri finanziari dell’ente».
Una situazione che Ricci definisce senza mezzi termini «insostenibile», non solo per Montaquila ma per molti altri Comuni molisani. «Sono tanti i sindaci che lamentano disservizi da quando la Grim ha assunto la gestione delle reti idriche – osserva – ed è arrivato il momento di smettere di agire in ordine sparso».
Da qui l’appello politico, netto e diretto, rivolto a tutti gli amministratori locali della regione: «Serve una presa di posizione forte e condivisa. Non è una battaglia personale, ma una questione che riguarda i diritti dei cittadini e la tenuta dei Comuni. Dobbiamo aprire un confronto serio e pretendere risposte concrete».
La richiesta è chiara: continuità del servizio, tariffe sostenibili, rispetto degli impegni economici assunti. Perché, conclude il sindaco di Montaquila, «l’acqua non può diventare un problema quotidiano per chi già fatica ad arrivare a fine mese. Su questo non possiamo più permetterci silenzi o rinvii».
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