Un brutto Natale si preannuncia per i 58 lavoratori dell’ex Unilever di Pozzilli che ieri, nel primo pomeriggio, hanno ricevuto dalla proprietà la brutta notizia del licenziamento. C’è anche la data: 31 dicembre 2025. Ieri il presidio dei lavoratori davanti allo stabilimento di Pozzilli prima dell’incontro con i vertici dell’azienda.
Al termine del confronto il comunicato firmato da tutte le sigle sindacali e dai rappresentanti sindacali della fabbrica: «Siamo arrivati all’epilogo. Unilever, in barba a quanto i lavoratori hanno dato in più di quarant’anni nello stabilimento di Pozzilli, licenzierà 58 famiglie il prossimo 31 dicembre, con la seguente motivazione: “Alla luce dell’incapacità di Invitalia di emettere il provvedimento che è già definito e sul tavolo dei loro legali ormai da giorni, siamo costretti a prendere questa drammatica decisione”. A questa cinica decisione abbiamo fatto notare che a gennaio 2025 si sono condivisi gli ammortizzatori sociali per l’anno corrente e per il 2026 (richiesta che si sarebbe dovuta fare in questi giorni). La vicenda iniziava nell’ormai lontano 2022, quando Unilever decideva di chiudere la produzione a Pozzilli di detergenti. Dopo una valutazione complessiva anche delle professionalità che ponevano lo stabilimento all’ apice degli standard aziendali mondiali, grazie alle forti pressioni sindacali, si convincevano che, un’opzione di riconversione verso il riciclo della plastica, propedeutico per le produzioni che comunque sarebbero servite per gli altri stabilimenti Unilever, sarebbero state profittevoli per il gruppo. Cominciava pertanto un percorso progettuale che trovava sintesi nel giugno 2023, con la firma del ministro Adolfo Urso, grazie ad uno stanziamento di 109 milioni di euro che, a quel punto, necessitava del passaggio di Invitalia per dar seguito allo stesso. Ebbene, da allora in poi iniziava la telenovela, con perizie affidate a chi, per proprio dire, non aveva competenze specifiche della materia ad altre problematiche legate al soggetto che costituiva la joint venture con Unilever (il solo nome dovrebbe essere sinonimo di garanzia) che si identificava nel gruppo Seri, riconducibile alla famiglia imprenditoriale Civitillo (gruppo a cui il governo attuale, “dedicava” tutte le idee di ripartenza di siti in crisi, come il polo industriale di Teverola o la privatizzazione di Menarini o buon ultimo la riconversione di Versalies, negli stabilimenti di Brindisi, Priolo e Ragusa, in mezzo, la riconversione del sito di Pozzilli, per l’appunto). Alla luce della lentezza dell’iter deliberatorio, in occasione della venuta in Molise del capo del Governo, Giorgia Meloni e del suo ministro, Raffaele Fitto (fine 2024), organizzammo un presidio a Campobasso, dove, con disponibilità ci ascoltarono e nonostante la resistenza del ministro, la Meloni, si prese il plico che preparammo e si impegnò a “capire” cosa stesse succedendo. Dopo varie peripezie (in cui anche il prefetto di Isernia venne messo a conoscenza in data 05/10/2025 con richiesta d’incontro, purtroppo, mai esaudita), ci fissarono un incontro per il 26 novembre in cui i dott. Marco Calabrò e Mattia Losego, garantivano verbalmente che tutte le difficoltà erano superate e ci davano appuntamento al 15 dicembre per la determina di Invitalia che avrebbe consentito, finalmente, l’avvio del progetto. Il 15 dicembre non è successo nulla, pertanto, Unilever si è sentita libera da ogni impegno e siamo arrivati alla comunicazione sopra evidenziata. A questo punto non avendo nulla da perdere, le 58 famiglie prenderanno iniziative che non saranno da noi gestibili (e li capiamo e condividiamo), così le vedranno morire lentamente».
Questa mattina le organizzazioni sindacali con tutti i lavoratori saranno sotto la Prefettura d’Isernia dalle 10:00. «Nella speranza che qualcuno si carichi della responsabilità che il ruolo impone, grazie», hanno chiosato le sigle sindacali.


























