Si accende la sfida per il vertice del Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro, un ente da milioni di euro che gestisce servizi essenziali per migliaia di ettari di terreno agricolo nel cuore del Molise. Una competizione che, come spesso accade, non si gioca soltanto sul piano tecnico o amministrativo, ma anche su quello politico, dove si intrecciano equilibri, fedeltà e ambizioni di peso regionale ed europeo.
Il colpo di scena è arrivato nelle ultime ore: la lista numero 2, “Autonomia e Futuro per la Piana”, potrebbe essere esclusa dalla competizione elettorale per una questione di orario. Il documento di presentazione, protocollato alle ore 17.01 e 12 secondi del 6 ottobre scorso, sarebbe infatti arrivato un minuto oltre il termine ultimo fissato per le 17. Un dettaglio che, in un contesto tanto delicato, rischia di cambiare radicalmente gli equilibri del voto in programma il 26 ottobre.
L’altra lista, la numero 1 “Acqua, Ambiente e Agricoltura”, è stata invece depositata in perfetto orario, alle 13:52 dello stesso giorno, ed è quella riconducibile al gruppo di potere che da anni guida l’ente. In prima linea figura infatti il presidente uscente Raffaele Cotugno, uomo di fiducia della consigliera regionale Stefania Passarelli – a sua volta ex presidente del Consorzio – e considerata da più parti una delle figure più vicine all’eurodeputato Aldo Patriciello, storico riferimento del centrodestra molisano.
Un intreccio di relazioni che fa capire quanto il controllo del Consorzio non rappresenti soltanto una questione gestionale. L’ente, infatti, amministra e distribuisce risorse consistenti, derivanti sia dai contributi consortili sia da finanziamenti pubblici, nazionali ed europei, per l’irrigazione, la manutenzione idraulica e la valorizzazione ambientale della Piana di Venafro. Parliamo di milioni di euro ogni anno e di un potere di indirizzo notevole sulle politiche agricole e infrastrutturali del territorio.
Da qui la tensione. L’esclusione della lista “Autonomia e Futuro per la Piana” – che vede tra i candidati della prima fascia Massimo Zullo, Marco Cioffa, Guido Cimino, Gianni Fascia, Emilio Iannacone, Antonio Roccio, Massimiliano Lanni e Franco Martone, e nelle fasce successive Francesca Cotugno, Gian Claudio Rongione, Veronica Di Nardo, Antonio Nardolillo, Anna Carecillo, Aldo Epifanio, Federico Cimorelli, Alessandro Celino, Nicandro Biasiello, Ernesto Del Prete, Carmine Falegiglia, Francesco Marciano, Antonia Penna e Carlo Izzi – spianerebbe di fatto la strada alla riconferma del gruppo uscente, eliminando l’unico vero avversario politico di Cotugno e dei suoi alleati.
Sul fronte opposto, la lista “Acqua, Ambiente e Agricoltura” schiera candidati noti nel territorio, tra cui Raffaele Cotugno, Fabio Patriciello, Remo Pompeo, Carmine Amoroso, Carmine Biasiello, Nicandro Cucca, Agostino Di Filippo, Massimiliano Di Vito, Michele Vallone, Maria Rosaria Verrecchia, Michela Viscione, Maria Cotugno, Rosa D’Agosto, Ernesto De Sanctis, Trino Di Cristinzi, Filomena Ricci, Nicolino Ricci, Michele Domenico Rongione, Giuseppe Simonelli, Pietro Verrecchia, Simon Pietro Cortellessa, Giacomo Del Corpo, Paola Del Prete, Almerindo Di Nardo, Patrizia Galardi, Claudio Peluso, Mario Rambaldi, Federica Scarabeo e Valeria Sisti.
La vicenda è ora nelle mani dei legali: il ricorso è stato già depositato e nelle prossime ore dovrebbe arrivare la decisione definitiva. In gioco non c’è solo una sfida elettorale, ma il controllo di un ente chiave, da cui passa una parte significativa della gestione delle acque, dell’agricoltura e delle risorse ambientali dell’intera area venafrana.
Se la lista sarà effettivamente esclusa, il 26 ottobre non ci sarà una vera competizione: solo una conferma formale del potere in carica. Un epilogo che, in un contesto già attraversato da rivalità politiche e sospetti di ingerenze, rischia di alimentare ulteriori, inutili e dannose polemiche.
ppm

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