Non è più un allarme lanciato soltanto da associazioni e cittadini coraggiosi. Né una percezione distorta, né un sospetto. L’inquinamento della Piana di Venafro è una realtà documentata, misurata, certificata da uno dei più autorevoli enti di ricerca del Paese: il CNR di Pisa. E i numeri diffusi nel corso dell’ultima audizione in IV Commissione regionale non lasciano spazio a interpretazioni: tra 30 e 35 decessi all’anno risultano attribuibili all’inquinamento atmosferico, insieme a un aumento di malattie cardiovascolari e tumori – in particolare il carcinoma della mammella.
A dare voce ai dati è il consigliere regionale Andrea Greco, che parla di una delle Commissioni «più intense, più vere e più cariche di responsabilità collettiva» da quando siede in Consiglio. Una seduta che segna un punto di svolta: per la prima volta, infatti, gli studi del CNR – richiesti e annunciati mesi fa – vengono portati ufficialmente nelle istituzioni molisane. E, soprattutto, trovano il consenso unanime del Consiglio regionale, che ha deciso di aprire un ciclo di audizioni coinvolgendo tutti i soggetti del territorio.
Alla riunione erano presenti la Regione Molise, il Comune di Venafro – con sindaco, presidente del Consiglio e assessore –, il sindaco di Pozzilli, l’Arpa Molise, l’associazione “Mamme per la Salute”, il dottor Giua e un ricercatore del CNR di Pisa. Una platea ampia e rappresentativa, messa davanti a un quadro che ormai non può più essere ignorato.
I ricercatori, infatti, hanno illustrato una mappa dettagliata degli inquinanti presenti nell’aria, collegandoli all’incidenza di patologie e mortalità. Il dato più allarmante è la conferma dell’effetto cumulo: l’inquinamento della Piana non dipende da un solo fattore, ma dalla somma di più fonti – opifici, traffico veicolare, riscaldamento domestico – con i grandi impianti industriali che incidono per oltre il 60% su alcune emissioni.
Una miscela che, nei mesi più critici dell’anno – dicembre, gennaio e febbraio – fa schizzare i valori oltre le soglie consentite. Con ricadute dirette sulla salute dei residenti.
«Abbiamo accumulato un ritardo enorme», denuncia Greco. «Questo lavoro andava fatto “ieri”. Ogni giorno che passa è un giorno che pesa sulla pelle di chi vive in quella Piana».
Per il consigliere regionale non è più tempo di analisi o di rinvii: servono decisioni rapide, coordinate, coraggiose.
Non servono interventi isolati, dunque, ma azioni di sistema, capaci di affrontare una crisi sanitaria e ambientale che ormai ha contorni inequivocabili.
Un elemento, però, va sottolineato: su questo tema non esistono maggioranze e opposizioni. Durante la Commissione, afferma Greco, tutti i presenti hanno condiviso la necessità di remare nella stessa direzione. Perché l’inquinamento della Piana non è un argomento politico, non può diventare oggetto di scontro: è una questione di salute pubblica.
E la salute pubblica non ammette ambiguità né pause.
«Dai dati scientifici bisogna passare alle soluzioni», conclude Greco. «E bisogna farlo in fretta».
Il tempo, per la Piana di Venafro, è già scaduto. E ogni giorno in più non è un giorno perso: è un giorno che si aggiunge alle statistiche sulle quali nessuno, ormai, può più voltarsi dall’altra parte.

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