Si è protratta per oltre 4 ore l’autopsia di Concetta Vicciantuoni, 32 anni, di San Severo, morta all’ospedale San Timoteo di Termoli dopo una serie di interventi eseguiti per complicanze successive ad un’operazione per la riduzione del peso fatta tre anni fa, sempre nello stesso nosocomio. Diciotto le persone iscritte nel registro degli indagati fra anestesisti, chirurghi e gastroenterologi.

L’autopsia è stata condotta da un anatomopatologo dell’Università di Bari, nominato dalla procura di Larino alla presenza di un perito di parte, un primario di chirurgia generale. Gli esiti dell’esame autoptico si conosceranno entro 60 giorni. La salma è stata poi restituita alla famiglia per il rito funebre in programma a San Nicandro Garganico. Presente davanti l’obitorio la madre della donna morta, il marito ed altri parenti. “Mia moglie i controlli li ha fatti – ha dichiarato il coniuge -: ci sono io, l’amica, i miei figli, c’è la madre, ci sono i miei genitori che lo possono dimostrare. Noi, in questa storia, vogliamo solo sapere la verità”. “Mia moglie – ha proseguito il coniuge – non aveva nessun tipo di patologia, era sana come un pesce prima dell’intervento per la riduzione del peso – hanno detto il marito e la madre di Concetta -. Le complicanze sono successive al primo intervento, quello per togliere il peso. Da subito non è stata bene poi il 10 settembre scorso è stata sottoposta ad un secondo intervento per le complicanze. Lei nel mese di maggio-giugno scorso mangiava e vomitava. Noi vogliamo sapere come mai, dopo cinque interventi a cui è stata sottoposta dal settembre scorso fino a qualche settimana fa, ha avuto uno choc settico. Poi non è vero che ha saltato le visite. Alle visite l’ho accompagnata io, sia dopo il primo intervento per la riduzione del peso, sia alle visite successive fatte a febbraio 2011 e poi intorno a Pasqua 2011. Poi è stata accompagnata dalla madre, due volte, ed altre volte dai miei genitori. A mia moglie le avevano detto che aspettavano un macchinario dall’ospedale di Bari per allargare il duodeno: lei attendeva una chiamata dall’ospedale e non c’è stata nessuna chiamata. Poi, a maggio-giugno 2013 mia moglie ha iniziato a mangiare e vomitare. A questo punto, dopo tante chiamate ad un medico, ho deciso di chiedere un appuntamento per una visita dal primario. Fatti gli accertamenti, gli hanno riscontrato che una parte del duodeno era chiuso. Poi c’è stato il ricovero il 9 settembre scorso”. Da quel giorno la donna è stata sottoposta, secondo quanto dichiarato dal marito, a 5 interventi. Il 17 dicembre scorso la morte.

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