Secondo giorno di scavi nei terreni della piana di Venafro sui quali il magnetometro in dotazione all’istituto di geofisica e vulcanologia ha indicato una presenza anomala di materiale ferroso. Nell’uliveto di località Cupa il Corpo Forestale dello Stato ed i Vigili del Fuoco hanno rinvenuto un quantitativo rilevante di scarti provenienti dall’edilizia e, pare, fusti d’olio esausto. Sia il materiale rinvenuto, sia l’area dello scavo, sono stati sottoposti a sequestro. Saranno le analisi condotte dall’Arpa a stabilire l’eventuale tossicità del sito, analizzando anche l’acqua dei pozzi circostanti. Intanto però questa mattina le attenzioni degli inquirenti si sono spostate su un terreno in contrada Torciniello, a Venafro, distante poche centinaia di metri dal sito di località Cupa. Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno delimitato un’area di 30 metri quadrati all’interno di un campo di novemila metri destinato alla produzione di mais per alcuni allevamenti della zona. Si tratta di un terreno di cui è proprietaria la famiglia Salvatore dal 1960. Sulla scena durante il sopralluogo della Forestale è comparso anche Antonio Moscardino, cugino del proprietario del terreno e coinvolto nell’operazione Mosca qualche anno fa sul traffico illecito di rifiuti. Intanto a Venafro si continuerà a scavare anche domani: sono quattro i siti della piana all’interno dei quali il drone, sorvolando la zona, ha segnalato una presenza anomala di materiale ferroso. Sarà poi il magnetometro dell’istituto di geofisica e vulcanologia a segnalare il punto esatto in cui scavare con un margine di errore prossimo allo zero.

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