Non si arresta la scia sismica delle ultime ore il cui epicentro è stato localizzato dalla rete nazionale dell’Ingv nel distretto “Monti del Matese”. La scossa più forte, di magnitudo 4.2, è avvenuta elle 8.12. Ma la terra ha tremato ancora, alle 8.21 (magnitudo 2.6), alle 8.46 (magnitudo 1.7), alle 8.50 (magnitudo 1.8). alle 8.55 (magnitudo 3.7), alle 9.10 (magnitudo 1.7). alle 9.27 (magnitudo 1.6), alle 10.00 (magnitudo 2.1), alle 10.08 (magnitudo 1.8), alle 10.27 (magnitudo 2.1), alle 10.46 (magnitudo 1.7), alle 11.11 (magnitudo 2.5), alle 11.57 (magnitudo 2.9), alle 12.05 (magnitudo 1.2), alle 12.39 (magnitudo 1.9), alle 13.28 (magnitudo 1.7), alle 13.41 (magnitudo 1.7), alle 13.51 (magnitudo 1.8), alle 14.37 (magnitudo 1.9) alle, 15.37 (magnitudo 1.5), alle 16.26 (magnitudo 1.7).
I terremoti fanno parte della sequenza sismica del 29 dicembre scorso: lo ha reso il direttore del Centro nazionale terremoti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Alberto Michelini. “In termini di energia liberata – ha aggiunto – la scossa di magnitudo 4.2 avvenuta oggi è circa 10 volte inferiore a quella di magnitudo 4,9 del 29 dicembre.
All’origine – ancora Michelini – c’è un movimento di estensione dell’Appennino, che progressivamente si ‘allarga’ tra il Tirreno e l’Adriatico”.
È la stessa dinamica del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009, di quello avvenuto nel 2012 nel Pollino e di quello che nel 1997 ha colpito Umbria e Marche. “Se il meccanismo focale dei terremoti avvenuti oggi nel Matese è identico a quello del terremoto del 29 dicembre, non sappiamo se la faglia sia la stessa”.
Nella zona dei Monti del Matese “il livello di pericolosità sismica è molto alto, tra i più elevati in Italia” – ha aggiunto il direttore del Centro. “Per questo è fondamentale puntare sulla prevenzione, in modo da costruire sulle basi delle indicazioni contenute nella Mappa della pericolosità sismica”.


























