Migliaia di tonnellate di rifiuti speciali provenienti da impianti di compostaggio e di stoccaggio in Campania sarebbero state smaltite in Puglia illecitamente e senza i trattamenti richiesti: è quanto emerso dalle indagini del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Bari, del comando provinciale dei carabinieri di Foggia e della Direzione investigativa antimafia di Bari che ha portato oggi all’arresto di 14 persone tra amministratori, soci e autotrasportatori di società che lavorano allo smaltimento e al trattamento dei rifiuti.
L’inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari, ha portato anche al sequestro di aziende, stabilimenti, automezzi pesanti e discariche abusive per un valore di 25 milioni di euro.
Tra gli arrestati, tutti destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per traffico illecito di rifiuti, c’è anche un indagato che figurava nella lista di persone consegnata il 7 ottobre 1997 dal pentito Carmine Schiavone alla Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Si tratta del titolare di una impresa coinvolta nelle attività della cosiddetta ‘ecomafia’ campana. Secondo quanto accertato dagli investigatori, i rifiuti erano prodotti in diversi Comuni della province di Salerno e di Caserta: la frazione umida, dopo una sosta in impianti di compostaggio campani, veniva ‘tombata’ in un enorme cratere ad Ordona. Almeno 12mila tonnellate di frazione secca sarebbero state disperse tra Puglia, Basilicata, Molise e Campania.
























