Oltre agli arrestati, nell’ambito dell’operazione Black Drug, che ha rappresentato un duro colpo allo spaccio per il mercato di Isernia e Bojano, la Procura ha disposto un obbligo di dimora a Bojano a carico di B.M.C., 34 anni e uno di presentazione alla polizia giudiziaria a carico del 29enne L. U. Nella rete della Polizia peraltro – in maniera del tutto fortuita – è finito anche un altro uomo, di cui non sono state rese note le generalità, scoperto durante una perquisizione con 45 grammi di marijuana, diverse foglie di cannabis, ma anche 7 grammi di hashish e 5 coltelli a serramanico.
Il sistema alla base dello spaccio era chiaro: tanti viaggi e prelievi di droga, ma sempre in quantità modiche per evitare che, in caso di controlli, potessero scattare accuse pesanti. Un via vai che, però, in una settimana riusciva a far arrivare in provincia anche mezzo chilo di droga, con una media bassa ma costante. I viaggi partivano da Roma o Castelvolturno e lo stupefacente poi arrivava a Isernia. Qui, però, non si fermava perché i pusher avevano ottenuto la gestione di un’altra piazza ghiotta per lo spaccio: quella di Bojano.
“Gran parte delle sostanze stupefacenti provenivano dalla Campania, a cominciare da Castelvolturno: sono zone notoriamente collegate ad ambienti camorristici. Un aspetto che ha destato molto allarme, avevamo il timore che Isernia potesse diventare ulteriormente zona destinata allo spaccio di sostanze stupefacenti”, ha affermato un soddisfatto procuratore Albano nella conferenza stampa che ha illustrato l’operazione.
“Siamo stati costretti a superare i codici che utilizzavano nelle telefonate per evitare di essere intercettati. E poi portavano con sé poca ‘roba’ per eludere i controlli delle forze dell’ordine dicendo che si trattava di stupefacente per uso personale”, ha invece rimarcato il questore Torre.
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