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I Carabinieri sono convinti che la banda che questa mattina ha tentato di assaltare l’ufficio postale di Matrice sia composta da tre persone.

Due sono già state assicurate alla giustizia. Sull’eventuale terzo complice sono in corso le indagini.

I militari, che d’estate intensificano i controlli per la recrudescenza delle attività delittuose, intorno alle 7.30 nei pressi del cimitero di Matrice hanno notato una Fiat Uno, risultata rubata a Termoli il 27 giugno, con all’interno un uomo che alla vista dei carabinieri tentava di nascondersi.

Il movimento non è sfuggito ai militari che hanno accerchiato l’auto e fermato il sospetto, un rapinatore seriale. Nella Fiat guanti, passamontagna e due pistole semiautomatiche modello 92. Poco distante, nella vegetazione, il secondo malvivente, anch’egli già noto alle forze dell’ordine. Con sé aveva una doppietta a canne mozze. I due indossavano i guanti e da lì a poco avrebbero messo il passamontagna e tentato di rapinare l’ufficio postale.

“Uno di loro aveva due pantaloni di colore diverso per cambiare aspetto dopo aver messo a segno il colpo”, hanno precisato i Capitani del Comando Provinciale di Campobasso e del Nucleo Investigativo Roberto Petroli e Nicola Gismondi nel corso della conferenza stampa di questo pomeriggio.

I due malviventi, beneventani di 60 e 67 anni, sono ora a disposizione dell’autorità giudiziaria, difesi dagli avvocati Paolucci del foro di Benevento e Verde di quello di Campobasso.

Sono accusati di rapina aggravata, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi alterate e clandestine.

Entrambi dovranno spiegare ai giudici cosa ci facevano a Matrice muniti di tre armi, tre passamontagna e altrettanti guanti. Proprio il numero superiore di materiale criminoso a disposizione, avalla l’ipotesi della presenza di un terzo complice.

 

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