È il maggio del 1975, il Molise sta per andare al voto per le regionali. Sono gli ultimi giorni della prima legislatura. A Larino un fatto di sangue gravissimo sconvolge la città, la sua eco si propaga presto in tutta la regione: un uomo di San Martino in Pensilis entra in tribunale a Larino e uccide l’avvocato Salvo Cariello.
Lo ricorda nitidamente Franco Cianci. Lo ricorda ora che a Milano un imputato ha fatto una strage. L’avvocato termolese quel giorno era impegnato in alcuni incontri elettorali. “Arrivai a Campobasso e andai in Corte d’Appello. Il cancelliere capo mi disse: hanno sparato a Salvo Cariello! Mi informai, non pensavo fosse morto. Invece, per lui non ci fu nulla da fare. Cadde sul tavolo dei difensori, stava discutendo una causa penale”. L’omicida, come nel caso di Milano, era stato cliente di Cariello che lo aveva difeso più volte e anche in cause importanti.
Decano del foro frentano, Cariello – nato nel 1905 – era anche lui originario di San Martino in Pensilis ma aveva lo studio a Larino. Lì si svolsero i suoi funerali, partecipati da una folla grande e commossa. Dopo il delitto, l’omicida venne immediatamente arrestato, fu poi processato e condannato.
All’avvocato Franco Cianci resta il ricordo di un episodio barbaro, che le giovani generazioni non conoscono ma lasciò sgomento il Molise di allora. Oltre al ricordo, ovviamente, di un principe del foro che molto gli ha insegnato. Cariello era un riferimento per i professionisti più giovani. “Da presidente dell’Ordine degli avvocati ho tentato più volte di fargli intitolare l’aula del tribunale in cui fu assassinato. Ma non ci sono mai riuscito”.


























