Sono il parafulmine buono un po’ per tutto i sindaci. Lavorano in trincea, come spiega Luigi Valente. Il primo cittadino di Vinchiaturo ieri ha subito un’aggressione da parte di una persona che aveva chiesto un lavoro e con il quale non s’è riusciti a trovare dialogo.
“Sono stato aggredito con un bastone da una persona conosciuta, anche alle forze dell’ordine, che in passato abbiamo più volte tentato di aiutare insieme ai Servizi Sociali del Comune ed il Parroco ma inutilmente, vista la sua assoluta ritrosia a trovare soluzioni che non fossero quelle dallo stesso pretese – racconta lo stesso Valente -. Un episodio spiacevole che non sono riuscito ad evitare, malgrado la disponibilità al dialogo e all’ascolto, ma che va ricondotto comunque nella sua dimensione, in un periodo in cui ci sono davvero tante persone che soffrono con dignità”.
Eppure questo lavorare in trincea, essere al servizio della collettività è quasi una vocazione per i sindaci dei piccoli centri: “Un episodio eclatante e grave, ma spesso i sindaci sono costretti a sopportare situazioni anche più difficili di questa. Andiamo avanti con l’entusiasmo di sempre. Essere sindaco ci espone anche a piccoli rischi, ma l’amore per il nostro paese e la passione nel servire la comunità non viene minimamente scalfita da fatti come questo.
Essere Amministratori dei nostri piccoli comuni significa, a volte, essere l’unica speranza per i cittadini, l’unico punto di riferimento raggiungibile, nel bene e nel male.
Torno al lavoro rafforzato e motivato dal vostro affetto e dalla vostra toccante solidarietà”.

























