La vicenda dell’ex hotel Roxy, destinato di nuovo a diventare “casa della politica” del Molise, dimostra che il governo regionale procede «senza una visione chiara, con il rischio concreto che anche questa operazione si trasformi nell’ennesimo progetto privo di concretezza».
A puntare il dito è il consigliere regionale 5s Roberto Gravina che commenta così la delibera del 28 febbraio scorso con cui l’esecutivo «ha finalmente deciso di rimuovere l’immobile dal piano delle alienazioni e di destinarlo alla realizzazione della nuova sede regionale. Questa decisione arriva con un ritardo inaccettabile e, come già detto, dopo un anno di immobilismo e tentativi maldestri di vendita».
L’ex sindaco di Campobasso, candidato presidente del campo progressista alle elezioni del 2023, ha presentato un’interpellanza al governatore Roberti per chiedere chiarimenti su tempi, risorse e progettazione. «La Regione ha perso oltre un anno (dal fallimento dell’operazione con Invimit per realizzare all’ex Roxy uno studentato, ndr) senza una strategia chiara, prima tentando inutilmente di vendere l’immobile e poi lasciandolo in una condizione di incertezza. Solo ora si decide di destinarlo alla realizzazione della nuova sede regionale, finanziandolo con 35 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione. Il problema è che non vi è alcuna certezza su come e quando questi fondi verranno effettivamente impiegati».
Uno dei punti critici, secondo Gravina, riguarda la pubblicazione del bando di vendita, avvenuta il 7 febbraio 2024, nonostante il disinteresse già espresso da Invimit (società del Mef) per l’acquisizione dell’immobile in data precedente (il 5 febbraio del 2024). «La giunta regionale dovrà spiegare perché si sia proceduto comunque alla pubblicazione del bando, pur sapendo della conclamata assenza di interesse da parte di Invimit. Infatti, ci si chiede se si era interessati davvero a quell’operazione, come era stato proclamato e sbandierato pubblicamente e sui media, o se, invece, si è tentata la vendita anche per altro?», ha aggiunto il consigliere del M5S. E ancora: «Dopo il fallimento del bando di vendita, la Regione ha atteso oltre un anno per prendere una decisione, lasciando l’immobile in un limbo amministrativo e senza alcuna prospettiva di utilizzo». L’interpellanza chiede anche di fare chiarezza sull’effettivo stato della progettazione. «Esiste già un progetto elaborato internamente o, al contrario, si è ancora fermi alla fase iniziale? In quest’ultimo caso, il cronoprogramma fissato per la progettazione tra il secondo semestre del 2024 e il secondo semestre del 2025 è evidentemente già compromesso» ha dichiarato Gravina.
Un altro aspetto su cui si chiedono risposte è la reale destinazione dei 35 milioni di euro indicati come copertura finanziaria per la nuova sede regionale. «Non è chiaro se l’intera somma sia destinata esclusivamente a questo intervento o se, invece, debba essere ripartita su più progetti. Se ci sono altri interventi previsti, è necessario conoscere nel dettaglio quali siano e quali risorse resteranno effettivamente disponibili per la realizzazione della sede regionale. Altrettanto giusto è capire bene se ci sono, da parte della Regione, anche ipotesi di project, per le quali è sacrosanto conoscere gli aspetti finanziari e, soprattutto, come s’intende valorizzare il patrimonio pubblico. La Regione, insomma, è chiamata a dire chiaramente se intende procedere con risorse interamente pubbliche o se, invece, sta valutando altre soluzioni».
In conclusione, per Gravina «tutta questa vicenda dimostra l’approssimazione con cui la Regione sta gestendo il proprio patrimonio immobiliare. Prima si è inseguita una vendita impossibile, poi si è rimasti fermi per un anno senza una direzione chiara e ora si annunciano finanziamenti senza che vi sia un progetto definito e verificabile».

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