Nelle ultime settimane gli animi si sono distesi, come testimonia il comunicato stampa diramato dal Comune di Campobasso dopo il confronto sulla bozza del nuovo Piano sociale regionale a Palazzo San Giorgio il 26 febbraio scorso. Ma l’argomento è stato fra i temi più caldi di questi mesi.
Al lavoro per dare al Molise il nuovo strumento di programmazione dell’assistenza sociosanitaria, la consigliera delegata al Welfare Stefania Passarelli che si è trovata a fronteggiare il fuoco di fila di critiche arrivate dagli amministratori locali di centrosinistra – per questo sono emblematici i toni più soft e l’attestato di un confronto proficuo contenuti nella nota del Comune capoluogo di regione – e non solo.
È stata proprio lei, qualche ora fa a dare notizia del fatto che i coordinatori degli Ambiti territoriali hanno licenziato lo schema di bozza di Psr redatto «rispettando le indicazioni e gli obiettivi fissati a livello nazionale e tenendo ben presente il nostro contesto territoriale. Una vera riforma – ha ribadito Passarelli – e non solo perché gli Ats passeranno da 7 a 3. Gli obiettivi sono il rafforzamento degli Ambiti, l’ottimizzazione dei tempi e dei costi, la indispensabile semplificazione delle procedure amministrative, l’innalzamento dei livelli qualitativi e quantitativi dei servizi. Un Piano sociale che non intacca i servizi di prossimità, che tiene conto della necessità di raggiungere i Livelli essenziali delle prestazioni sociali, obbligatori per legge, che elimina quelle spese che non sono state finalizzate allo scopo al quale erano destinati i fondi. I coordinatori, che ringrazio per il lavoro e per l’impegno profuso in questi mesi, per evidenti ragioni di opportunità hanno rimesso al Servizio Programmazione delle Politiche sociali la scrittura della parte del Psr che riguarda il ruolo che attualmente ricoprono. Non appena ‘chiuso’ questo passaggio – ha dettato il cronoprogramma la delegata –, la bozza di Psr sarà inviata a tutti gli attori del gruppo operativo individuato dalla Regione con delibera 88/2024. Poi, con eventuali modifiche o integrazioni, approderà in Giunta e infine in Consiglio regionale dove, attraverso la Quarta Commissione, si continueranno le audizioni degli stakeholder già avviate in questi mesi con i sindaci, il Terzo Settore, il mondo delle cooperative sociali».

























