Ancora una volta i sindaci che hanno partecipato alla Conferenza dell’Asrem hanno ribadito ieri mattina il loro no al nuovo Piano sociale regionale, al vaglio della Commissione di Palazzo D’Aimmo, e chiesto ai consiglieri regionali di non votarlo.
Al centro delle critiche degli amministratori resta la riduzione degli Ambiti territoriali da 7 a e (soppressi Larino, Riccia, Venafro e Agnone) ma non solo. «Non abbiamo capito quali sono i vantaggi di questa riforma, non c’è nessun obbligo di fare Ambiti territoriali così grandi. Se rivendichiamo la particolarità della nostra regione, con una densità abitativa bassissima, con un territorio che ha orografia e viabilità particolari, e se rivendichiamo che la prossimità è un valore che dobbiamo mantenere, questa riforma va esattamente in direzione opposta – ha sottolineato Daniele Saia, sindaco di Agnone e presidente della Conferenza – Ci appelliamo al buonsenso dei consiglieri regionali e chiediamo loro di fermarsi».
«La riduzione del numero degli Ambiti sociali è solo una delle criticità riscontrate in questa riforma di cui, ancora oggi, non si comprendono i reali vantaggi – così il primo cittadino di Isernia Piero Castrataro – Come non si comprendono i motivi che spingono la nostra classe dirigente, a fronte di una netta posizione di contrarietà espressa dalla stragrande maggioranza degli Amministratori locali, ben oltre le appartenenze politiche, a perseguire questa strada. Ritengo la proposta di nuovo Piano sociale regionale lontana dai reali bisogni del territorio, incapace di creare le condizioni necessarie a garantire servizi fondamentali per le fasce più deboli della popolazione. Ne discuteremo con i consiglieri regionali, provando a capire chi realmente vuole questa riforma e perché».
Il primo cittadino di Capracotta Candido Paglione ha aggiunto: «Non si capisce questo accanimento nel dire dobbiamo chiudere, oltre tutto non c’è nessun obbligo di legge. C’è stato anche un incontro ad Agnone con la consigliera delegata e il presidente Roberti, credevo francamente che ci fosse più attenzione. In questo modo siamo noi a distruggere la nostra regione».
La riforma del welfare regionale, che «riguarda soprattutto le fasce più deboli, gli anziani, i disabili, deve basarsi – ha chiosato Pino Puchetti, sindaco di Larino e presidente della Provincia di Campobasso – sul raccordo con chi ha contatti diretti con la popolazione, in primis i sindaci».

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