Un aplomb che non era di maniera. Uomo gentile, fermo nelle convinzioni. Le poche volte che lo si può ricordare accalorato, quando si infervorava per difendere un’idea o un progetto. Un sentimento sincero e bipartisan di tristezza ha attraversato ieri il mondo politico molisano alla notizia della scomparsa di Giuseppe Caterina. Aveva 82 anni, si è spento al Veneziale dove era ricoverato.
Cattolico progressista, sindaco di Isernia dell’Ulivo dal 1999, era stato già alla guida di Palazzo San Francesco dal 1995 quando Marcello Veneziale venne eletto presidente della Regione. A Palazzo D’Aimmo, allora noto come Palazzo Moffa, approdò anche Caterina nel 2001, consigliere della Margherita. Poi il passaggio all’Italia dei Valori, da cui uscì nel 2014 (quando dal movimento divorziò anche il fondatore Antonio Di Pietro.
Era nato a Rotello, si trasferì a Isernia per lavorare in Coldiretti, poi la carriera al distretto sanitario. pur non rivestendo più incarichi istituzionali o di partito, Giuseppe Caterina – “Peppe” per i tanti che lo conoscevano – ha continuato a seguire il dibattito locale e ha dato un contributo ai movimenti civici (nel 2018 sposò fra le altre la causa del polo civico che lanciò l’idea di candidare l’ex presidente del Tribunale di Isernia Vincenzo Di Giacomo alla carica di governatore).
Non aveva mai smesso, nel suo stile garbato e mai debordante di seguire le vicende politiche, in particolare quelle del centrosinistra e del Pd con spunti e riflessioni sui social.
Il presidente della Regione Francesco Roberti ha espresso ieri pomeriggio cordoglio per la scomparsa di Giuseppe Caterina, «politico di lungo corso già consigliere regionale, sindaco di Isernia e assessore comunale. Alla famiglia giungano la vicinanza e le più vive condoglianze da parte della Regione Molise».
r.i.

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