La Procura della Repubblica di Larino, su imputazione coatta disposta nei giorni scorsi dal Giudice delle indagini preliminari, ha chiesto il decreto di citazione diretta a giudizio a carico del presidente della Regione, Francesco Roberti, per diffamazione aggravata ai danni dell’avvocato bassomolisano Roberto D’Aloisio.
La vicenda trae origine di una denuncia e da un esposto presentato dal presidente Roberti contro D’Aloisio, penalista termolese e presidente della Camera Penale, responsabile, secondo il governatore, di averlo offeso con dichiarazioni pubbliche nelle quali affermava che il governatore non aveva provveduto, a distanza di anni, al pagamento di parcelle professionali dovute agli avvocati per le difese sostenute con successo (i fatti sono riferiti al periodo nel quale l’attuale presidente della Regione era sindaco di Termoli, ndr).
Ma in udienza il legale ha documentato la veridicità di quanto aveva affermato e cioè il mancato pagamento di onorari a lui spettanti. Al suo proscioglimento è quindi seguita l’incriminazione da parte del Gip e l’imputazione coatta per diffamazione nei confronti del professionista, fatto per il quale il procuratore ha chiesto la citazione diretta a giudizio del governatore a udienza predibattimentale.
Per questa vicenda, riferisce l’agenzia Ansa, Roberti risulterebbe anche iscritto nel registro degli indagati per calunnia ai danni del professionista mentre un dirigente del Comune di Termoli sarebbe accusato di depistaggio per aver fornito false informazioni agli inquirenti avvalorando così l’esposto del presidente. D’Aloisio, nel ringraziare l’avvocato Nicola Bonaduce che lo ha assistito, ha annunciato che l’eventuale risarcimento dei danni verrà devoluto ai ragazzi autistici.
A stretto giro, i chiarimenti degli avvocati Mariano Prencipe e Marcello Benevento sulla vicenda. L’ordinanza del Gip di formulazione dell’imputazione coatta ha ad oggetto – sottolineano i legali – unicamente una frase contenuta in un esposto presentato da Roberti al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati per condotte di un iscritto che sono state ritenute dal presidente contrarie al codice deontologico. «È doveroso innanzitutto segnalare che il procedimento disciplinare da cui è scaturito l’esposto dell’ingegnere Roberti è ancora sub judice. In secondo luogo, le richieste dell’avvocato D’Aloisio sono state tutte respinte essendo stata dichiarata inammissibile perché tardiva la sua opposizione all’archiviazione. Inoltre la scelta del Gip di disporre l’imputazione coatta, peraltro in ipotesi verosimilmente non aggravata, si pone in una fase preliminare del procedimento, pertanto nessun decreto di citazione diretta a giudizio risulta ad oggi notificato al presidente in relazione ai fatti di cui si parla», sintetizzano i legali del governatore. Ricordano poi che «un’imputazione non coincide con l’accertamento dei fatti e con la responsabilità che dovrà eventualmente essere pronunciata all’esito di un giudizio» e precisano che «nell’eventuale processo si avrà modo e tempo di dimostrare la veridicità di quanto riportato nell’esposto disciplinare».
Ai difensori di Roberti, inoltre, risulta che «nella decisione del Gip non ha alcun rilievo la vicenda del mancato pagamento delle parcelle presentate dall’avvocato D’Aloisio al Comune di Termoli né eventuali prove portate nell’inammissibile opposizione sul punto». Né il presidente né i legali sono a conoscenza di un’indagine su di lui per calunnia o per depistaggio nei confronti di dirigenti del Comune di Termoli.

























