Nulla è ancora definito per la rete dell’infarto in Molise. La struttura commissariale guidata ha inviato al Tavolo Balduzzi un’altra proposta di rimodulazione che prevede il mantenimento in via sperimentale di tutte le Emodinamiche oggi attive e una verifica a 18 mesi. Quanto al commissariamento dell’Asrem, il Tavolo tecnico (che non è lo stesso che si occupa del dm 70) non lo ha chiesto, ha ricordato come fa da mesi che i commissari Bonamico e Di Giacomo hanno il “potere” di far rispettare le direttive fornite all’azienda sanitaria regionale (che vuol dire poi tutto e niente, ndr) ma l’ipotesi commissariamento «da noi non è stata mai presa in considerazione».

A parlare a Primo Piano, il giorno dopo la pubblicazione in esclusiva del verbale del Tavolo Dm 70 dell’8 maggio scorso, è il commissario Bonamico. In quella seduta ancora una volta le posizioni si sono rivelate distanti fra i tecnici capitolini e la struttura che governa la sanità molisana. I primi chiedono la chiusura dell’Emodinamica di Termoli e l’attivazione per il basso Molise di accordi con gli ospedali di Abruzzo e Puglia (per gestire le emergenze cardiologiche). Blindata dai dirigenti romani, invece, la posizione del laboratorio del Veneziale: la sua eventuale chiusura non garantirebbe un tempo congruo (quello necessario a trasferire gli infarti a Campobasso evidentemente) ad assicurare la gestione dell’emergenza.

«Posizioni diverse, certo. Ma nessuno scontro con il Tavolo, anzi devo dire che soprattutto con il prof Cicchetti c’è stata sempre collaborazione e da parte sua disponibilità – ci tiene a precisare Bonamico – Dopo quella riunione noi abbiamo definito nuove ipotesi di definizione della rete e le abbiamo inviate a Roma chiedendo poi una rapida riconvocazione del Tavolo per discuterle e arrivare a una sintesi». Le nuove ipotesi, spiega il commissario, si risolvono – sulla base dei numeri di interventi e delle misure in atto di rafforzamento dei laboratori di Emodinamica anche dal punto di vista del personale – nella possibilità di mantenere attivi tutte le tre unità pubbliche (che rientrano nella rete di emergenza cardiologica), quindi Campobasso, Isernia e Termoli, e verificare a 18 mesi dall’approvazione della nuova rete la sostenibilità dell’impianto.

Stesso discorso, aggiunge Bonamico, per i punti nascita (per Isernia c’è la deroga ma per Termoli invece Roma insiste sulla chiusura anche se il numero di parti ora è in costante crescita).

Qualche giorno fa è circolata l’indiscrezione secondo cui altri tecnici (in parte gli stessi che compongono anche la task force insediata al Mef) avrebbero chiesto nell’ultima verifica – questa di aprile – di commissariare l’unica azienda sanitaria del Molise perché ancora in deficit. Si tratta del Tavolo tecnico propriamente detto, quello che monitora gli adempimenti del piano di rientro. «Ho letto il verbale di aprile – mette un po’ di punti fermi il commissario – e, come immaginavo, non c’è nulla di nuovo rispetto a un’interlocuzione che è la stessa da mesi fra noi e i rappresentanti dei Ministeri affiancanti. Le spiego in maniera un po’ semplicistica ma per rendere meglio l’idea. Alle contestazioni su azioni non ancora messe in campo o costi che non si riducono, rispetto all’azienda sanitaria, noi facciamo presente di aver dato indicazioni e direttive. E i tecnici ci rispondono che abbiamo gli strumenti per fare in modo che l’Asrem attui le nostre direttive. Tra le opzioni c’è il commissariamento, a leggere tra le righe della formula burocratica utilizzata, ma noi non l’abbiamo mai presa in considerazione. E smentisco che ci sia stata comunque una richiesta diretta del Tavolo in tal senso». ritai

 

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