«Non ho aziende da proteggere, né testate amiche da indirizzare: da quando faccio politica non ho mai difeso interessi imprenditoriali. La mia unica bandiera è quella della sanità pubblica». Con queste parole, l’assessore regionale Michele Iorio, già presidente della Regione Molise, ha affidato a una lettera aperta il suo punto di vista sul delicato tema della riorganizzazione del sistema sanitario regionale, prendendo posizione contro alcune scelte contenute nel decreto commissariale numero 100.
Un documento, quello firmato dalla struttura commissariale, che prevede, tra l’altro, l’assegnazione della rete dell’emergenza per l’ictus ischemico all’Istituto Neuromed di Pozzilli, struttura privata convenzionata. Una decisione che Iorio definisce «strana» e che ritiene debba essere rivista, nel rispetto di un principio basilare: l’emergenza deve restare in capo alla sanità pubblica.
«Il privato è una risorsa, non un nemico – precisa Iorio –. Può integrare, rafforzare, coprire ambiti specifici. Ma non può e non deve diventare la spina dorsale dell’emergenza sanitaria, perché la salute pubblica non può dipendere da logiche di mercato». Un chiarimento importante, che allontana l’idea di un attacco preconcetto nei confronti di Neuromed o di altre realtà private. «Questa non è una battaglia contro qualcuno – sottolinea – ma per qualcosa: il diritto dei molisani a un’assistenza pubblica, capillare ed efficiente».
Per Iorio, il Cardarelli di Campobasso deve diventare Dea di II livello, con il necessario supporto della neurochirurgia e della cardiochirurgia, anche attraverso la collaborazione con le strutture private Neuromed e Responsible Research Hospital. Ma la regia, ribadisce, deve restare in mano al pubblico. Non mancano, nella sua riflessione, accenni personali: «Sì, è vero, il primario di Neurologia del Cardarelli è mio fratello. Ma chi lo conosce sa che la nostra famiglia ha sempre scelto la sanità pubblica per convinzione, nonostante proposte più vantaggiose dal privato. Il suo ruolo non cambia, è e resta quello di un medico pubblico».
L’assessore rievoca poi il suo recente intervento in Commissione consiliare a Campobasso, lo scorso 29 luglio, su invito del centrodestra locale, dove ha espresso la sua contrarietà al decreto 100 dinanzi a tutte le forze politiche, incluse quelle della sua coalizione. «Non mi pare che qualcuno abbia espresso dissenso rispetto alle mie posizioni – sottolinea –. Se il Comune di Campobasso deciderà di impugnare il decreto, non ha bisogno di una guida, ma potrà contare sul mio pieno sostegno».
Nel suo ragionamento, Iorio tocca anche la questione dei cosiddetti “viaggi della speranza”: «Attuare il decreto vorrebbe dire semplicemente ridurre di qualche chilometro il percorso verso la cura, non risolvere il problema. In caso di ictus, ogni minuto è fondamentale. Ecco perché l’emergenza deve restare dove può garantire tempestività: negli ospedali pubblici, accessibili a tutti».
Infine, un messaggio chiaro alla politica e alla cittadinanza: «Questa non è una battaglia di bandiera. Non è destra contro sinistra, non è un derby tra Campobasso e Pozzilli. È una questione di modello sanitario, di diritti costituzionali, di responsabilità verso i molisani. Il Molise non ha padroni – conclude Iorio – ha solo cittadini che meritano di essere curati, e io starò sempre dalla parte della sanità pubblica. Perché è questo il Molise che vogliamo».

ppm

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