L’Aula di Montecitorio ha definitivamente approvato la proposta di legge “Disposizioni in materia di composizione di giunte e consigli regionali e di incompatibilità”: 145 i voti favorevoli, 40 contrari e 61 astenuti.
Si tratta di una norma di cui si parlava da qualche anno, sollecitata dalla Conferenza delle Regioni e dagli amministratori territoriali in genere perché consente l’aumento del numero degli assessori nelle Regioni con popolazione fino a 2 milioni di abitanti.
In Molise al momento gli assessori nominabili sono 5, con la riforma possono diventare 7. Attualmente, l’esecutivo guidato da Francesco Roberti è composto da Andrea Di Lucente, Gianluca Cefaratti, Michele Iorio, Michele Marone e Salvatore Micone. Alle sedute della giunta partecipa anche il sottosegretario Vincenzo Niro.
Nel dettaglio, la norma varata dal Parlamento – che era stata proposta dai capigruppo del centrodestra al Senato Malan, Romeo, Gasparri e Biancofiore – stabilisce che il numero dei consiglieri regionali non debba essere modificato qualora la variazione demografica in diminuzione sia contenuta entro il 5% rispetto alle soglie previste dalla normativa vigente e consente alle Regioni con popolazione fino a uno o due milioni di abitanti di incrementare di due unità il numero massimo degli assessori regionali (il presidente della giunta regionale è incluso nel numero dei consiglieri da considerare come base di calcolo per tale determinazione).
Speranze per consiglieri delegati e primi dei non eletti dunque? Sì. Ma non c’è alcun automatismo. Le Regioni possono aumentare di due i componenti della giunta. E magari, in vista della scadenza di metà mandato – quando sarà rieletto a dicembre l’ufficio di presidenza del Consiglio – due posti in più potrebbero essere utili per gli equilibri della maggioranza di centrodestra.
Però bisognerà modificare lo Statuto della Regione Molise che all’articolo 34 stabilisce: «La giunta è formata dal presidente e da un numero di componenti non superiore a un quinto dei componenti del Consiglio regionale, con arrotondamento all’unità superiore».
La proposta di legge approvata dispone anche che «ferme restando le discipline regionali adottate nel rispetto delle disposizioni di principio di cui all’articolo 4, comma 1, della legge 2 luglio 2004, n. 165, in occasione della presentazione delle liste di candidati alla carica di consigliere regionale sono esentate dalla sottoscrizione degli elettori le liste che, al momento dell’indizione delle elezioni regionali, sono espressione di forze politiche o movimenti corrispondenti a gruppi parlamentari presenti in almeno una delle due Camere, sulla base di attestazione resa dal segretario o presidente del partito rappresentato nella Camera».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*