Dopo la presa di posizione dei 5 stelle, arriva anche il “niet” del Partito democratico regionale.
La composizione del Comitato di gestione provvisoria del Parco nazionale del Matese, decisa con decreto dal ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, ha suscitato la profonda preoccupazione e la ferma contrarietà delle consigliere Micaela Fanelli e Alessandra Salvatore.
Presidente è l’avvocato di Piedimonte Matese Andrea Boggia, esponente di Fratelli d’Italia. Inoltre, il Mase ha indicato Angelo Di Leone, il ministero dell’Agricoltura, invece, Luigino Ciarlo, la Regione Campania ha designato l’avvocatessa Stefania Pavone, la Regione Molise invece Domenico Izzi (ex segretario provinciale dell’Udc di Isernia). Ancora, l’Ispra ha indicato Riccardo Terriaca (presidente di Confcooperative Molise). Infine, Michela Visone è nel Comitato di gestione in rappresentanza delle associazioni di protezione ambientale.
Gli incarichi saranno operativi fino all’emanazione del decreto del Presidente della Repubblica di istituzione del Parco, provvedimento che rappresenta il passaggio finale e definitivo per l’entrata in vigore delle norme di salvaguardia sul territorio.
«Prendiamo atto, nostro malgrado, di un metodo di selezione che sembra ignorare completamente le reali esigenze e le specificità del territorio molisano – dichiara in particolare la capogruppo dem a Palazzo D’Aimmo Micaela Fanelli – Il Comitato è composto da figure che, pur autorevoli nei loro rispettivi ambiti, non sembrano possedere una profonda conoscenza delle dinamiche e delle peculiarità del nostro Matese. Di sicuro non abbiamo mai visto costoro impegnarsi per la battaglia, almeno nel versante molisano».
Fanelli prosegue sottolineando un ulteriore, aspetto: «La composizione del Comitato, con ben quattro membri su sei provenienti dalla Campania, solleva forti dubbi sulla reale volontà di dare al Molise il giusto peso nella gestione del Parco. Questa sproporzione numerica suggerisce che la sede del Parco non sarà collocata in Molise, come invece è stato più volte richiesto e ribadito dai sindaci molisani dell’area».
Il Pd Molise critica dunque con forza una decisione che rischia di vanificare gli sforzi compiuti per anni dai sindaci e dalle comunità locali. «La nostra richiesta era chiara – concludono Fanelli e Salvatore –, si doveva dare spazio a chi il territorio lo vive e lo conosce ogni giorno. Un Parco nazionale deve essere gestito con competenza e, soprattutto, con un forte legame identitario con le comunità che lo abitano. Non si può perpetrare questo danno al nostro territorio e ai propri rappresentanti, al lavoro compiuto in decenni. La fanno da padroni rappresentanze dei partiti. Anche per le associazioni ambientaliste, che soprattutto in Molise avevano portato avanti la battaglia, la scelta fa riferimento a un partito non a espressioni di quel mondo. Amaro in bocca. Chiaramente non hanno avuto alcuna forza Roberti e il Governo regionale. E Della Porta e i vicinissimi alla Meloni? La filiera istituzionale per il Molise è il bavaglio sulle occasioni perdute».

























